LA REPUBBLICA – CARDONE, PINCI – Da oggi, Antonio Conte sarà libero di conoscere il proprio futuro. La data del 29 marzo è segnata in rosso sul suo calendario: il giorno della discussione sul contenzioso aperto col Chelsea. Ballano 9 milioni di sterline, circa 11 milioni di euro, i soldi che – dopo il licenziamento di luglio – il club inglese rischia di dover pagare come buonuscita all’allenatore più desiderato d’Italia. In effetti non c’è una sola delle grandi che in queste settimane non abbia pensato di ripartire da lui: Juve, Inter, Milan, Roma, quella di Conte è un’idea comune, che accarezzano pure le grandi d’Europa, dal Bayern allo United. Certo, lui ha deciso: vuole rimettersi in gioco dopo il sabbatico che si è imposto, complice la disputa legale finita all’Arbitrato degli allenatori di Premier League. Nessun tentativo di conciliazione è riuscito, oggi deciderà il Tribunale di Londra. Sul piatto gli 11 milioni di euro, che i Blues di Abramovich ritengono di non dovergli perché il suo braccio di ferro con Diego Costa avrebbe svalutato il centravanti (venduto in realtà a 30 anni per 60 milioni). Tutto ciò serve almeno a ricordare, a chi lo cerca, che Conte costa tanto, almeno 10 milioni di euro netti, anche se trattabili. Giocare la prossima Champions, per averlo, è indispensabile: per motivi economici, ovvio, ma pure d’ambizione.
«La prossima squadra deve consentirmi di dare entro due anni l’assalto alla Champions League», ha confessato lui a chi lo ha cercato. Per questo, forse, la prospettiva più suggestiva è quella di un ritorno alla Juventus. Sempre che, ovviamente, Andrea Agnelli non soddisfi nel frattempo l’ossessione (comune) di prendersi il trono d’Europa: tornare a Torino, in quel caso, non avrebbe senso, nonostante il ds Paratici consideri Antonio la miglior soluzione possibile per sostituire Allegri. Anche il milanista Leonardo ha una vera passione per l’ex ct azzurro, e una mezza parola tra i due c’era anche stata. I risultati però hanno rafforzato la posizione di Gattuso frenando l’idea del manager, anche se con Rino il feeling è scarso (eufemismo). Molto più concreta è diventata nei mesi la pista interista. Suning è in vantaggio su tutti, punto. Anche per il nome del nuovo ad interista: Beppe Marotta, che con Conte condivise i successi juventini e che dopo il trasferimento a Milano ha avuto con lui più di un colloquio. Per la nuova Inter – che ricomincerà senza Spalletti e verosimilmente senza Icardi e Perisic, ma con Godin – è il nome più caldo. A patto di costruire per lui «una squadra da Champions», è chiaro. Quella che difficilmente potrebbe offrirgli la Roma, oggi quinta in classifica. Nei mesi scorsi però il club ha provato con decisione ad assicurarsi l’ex rivale della Juve, ora l’uomo che più sogna la parte giallorossa della città. A novembre, quando Pallotta chiedeva a Monchi un “piano B” nel caso volesse esonerare Di Francesco, qualcuno con Conte parlò. «Squadre in corsa non ne prendo», rispose. Oggi la prima scelta per il futuro romanista è un’altra: Maurizio Sarri. Proprio l’erede di Conte a Londra.