5 Gen 2019In Rassegna stampa5 Minuti

Manolas e Pellegrini «Cori de Roma», ma poi?

GAZZETTA DELLO SPORT – ZUCCHELLI – Strana la vita, non avrebbero potuto fare vacanze più diverse: Lorenzo Pellegrini è in un resort alle Maldive e condivide il tempo con Simone Inzaghi, Immobile, Belotti e Spinazzola (e rispettive consorti), mentre Kostas Manolas è in Grecia, a casa sua, e il massimo della mondanità è stata una serata in cui ha suonato il Bouzouki, tipico strumento musicale greco a corda. Uno è a due ore di volo da Roma, l’altro dall’altra parte del mondo, lunedì si ritroveranno insieme a Trigoria e vorrebbero ritrovarsi insieme anche alla scrivania di Monchi. Magari prima uno poi l’altro, ma entrambi vorrebbero rinnovare il contratto e diventare una bandiera. Capitani oggi e capitani domani. Senza clausola, perché le bandiere – Totti e De Rossi insegnano – la clausola non ce l’hanno.

QUI KOSTAS

Manolas invece sì, ha un valore di 36 milioni e il suo contratto scade nel 2022. Guadagna intorno ai 3 milioni l’anno, lui vorrebbe prenderne almeno uno in più ed è disposto a togliere la clausola. Per farsi aiutare nelle trattative ha scelto Mino Raiola. Per Monchi, però, non è ancora tempo di trattare, le priorità sono altre e, pur ritenendo Manolas importantissimo, non è incedibile. Ecco perché, considerando l’interesse di United e Arsenal in Inghilterra e Juventus in Italia, questi saranno mesi caldi. E pazienza se per i tifosi il greco, dopo il gol al Barcellona, è diventato un simbolo. Le sue lacrime quella notte, la fascia di capitano indossata sempre più spesso, le camminate sotto la curva e, soprattutto, un atteggiamento disponibile, l’hanno fatto diventare un idolo dei tifosi. Anche, se non soprattutto, quelli più intransigenti. Il gruppo, per intenderci, che non ama troppo Florenzi, in realtà erede designato di Totti e De Rossi, ma non ancora nel cuore di tutto il popolo giallorosso.

QUI LORENZO

A differenza di Manolas, Pellegrini invece di strada deve ancora farne. A Roma gioca in casa, a Roma vuole vivere e nella Roma vuole giocare, diventando un giorno capitano. Lo ha detto qualche giorno fa in un’intervista, rivelando anche come non gli dispiaccia assumersi le responsabilità: «E indossare la fascia della Roma è una di queste». Nel 2018 è diventato grande: si è sposato, ha segnato per la prima volta in un derby e in Champions, adesso aspetta di legarsi per sempre alla Roma. Anche lui, come Manolas, ha il contratto in scadenza nel 2022, anche lui vorrebbe prolungarlo e ridiscutere lo stipendio, anche lui vorrebbe togliere la clausola. Anche per lui, però, ci sarà da aspettare.

QUIPREMIER

E le sirene inglesi si fanno sentire, per certi versi in modo più forte rispetto a quelle di Manolas. Perché Pellegrini ha un ingaggio più abbordabile (intorno ai 2 milioni), perché ha cinque anni in meno rispetto al compagno, perché un giocatore che può fare la mezzala come il trequartista e ha piedi delicatissimi non si trova facilmente. All’Olimpico, nell’ordine, sono venuti a vederlo Manchester United, City, Liverpool e, sembra, anche Psg, che lo vedrebbe bene al posto di Rabiot. Caratteristiche diversi, età simili. Per non parlare, poi, della Juventus, con Allegri che voleva impedirgli di tornare a Roma e andare a Torino direttamente da Sassuolo. Monchi, però, non volle sentire ragioni, Di Francesco ancora di più. Basterà la loro volontà a trattenerlo? La clausola è intorno ai 30 milioni, ma Pellegrini, se mai dovesse andar via, non sembra intenzionato a volerla usare. Sarebbe troppo, forse, per un ragazzo nato a Roma. Eppure la volontà è la stessa di Manolas. Strana la vita, per uno nato a Naxos.