IL TEMPO – SCHITO – «C’è voluto un secondo per scegliere la Roma, sarà impossibile dimenticarla». Monchi saluta tutti, lascia Trigoria e la squadra giallorossa in una mattina di marzo, segno che l’esperimento romanista è miseramente concluso. Arrivato come l’uomo che avrebbe dovuto portare la squadra capitolina finalmente alla vittoria dopo l’esperienza sabatiniana, lo spagnolo se ne va con la coda tra le gambe, con una rescissione consensuale del contratto che sa di fallimento, un giorno dopo l’addio imposto a Di Francesco. L’ennesimo sogno romanista si infrange nel pieno di una stagione che lascia a Dzeko e compagni solo le briciole, dopo l’amarezza ancora non sopita dell’eliminazione dalla Champions League per mano del Porto di Sergio Conceiao. «Roma e la Roma – le parole dell’ormai ex direttore sportivo affidate a un lungo post sui social network – sono una delle cose più passionali che possa offrire il calcio, ecco perché me ne sono innamorato subito. Ecco perché in questa avventura non ho mai diviso la passione dal lavoro. Ecco perché il desiderio di rendere felice questa città e fare il meglio per il Club sono state le priorità in tutte le decisioni che ho preso fin dal mio arrivo. Ecco perché nella ricerca costante della felicità nostra e di chi ama la Roma ho messo tutto me stesso. So che non abbiamo raggiunto tutti i risultati per i quali abbiamo lavorato, per i quali ci siamo appassionati, per i quali in alcuni momenti ci siamo anche scontrati. Vorrei ringraziare tutte le persone con cui ho lavorato in questi anni, non dimenticherò nessuno, tutti hanno contribuito a rendere Trigoria la mia casa. Daje Roma!».
L’ex Siviglia lascia sul piatto un contratto che lo avrebbe legato alla società capitolina per altri due anni con un’eventuale opzione sul terzo e De Rossi e compagni si ritrovano con un presidente lontano, con la figura di Baldini che si muove nell’ombra e senza un direttore sportivo, oltre che con un allenatore appena arrivato nel pieno della lotta Champions. Monchi raggiungerà Emery, con cui ha lavorato ai tempi del Siviglia, all’Arsenal. Come già accaduto in passato, sarà ancora Ricky Massara a doversi caricare sulle spalle l’eredità lasciata dallo spagnolo. Il delfino di Sabatini, uomo di grande cultura calcistica con un occhio particolare ai giovani talenti, sarà diesse ad interim con la società chiamata a decidere, da qui a giugno, se questo ruolo possa trasformarsi in definitivo. Con un allenatore da scegliere, l’ennesimo cambiamento di rotta e una nuova stagione tutta da pianificare, il ruolo di direttore sportivo nella capitale è particolarmente caldo. Nello scacchiere della dirigenza romanista, sta provando a emergere la figura di Totti, il cui ruolo non è ancora definito al 100%. L’ex capitano giallorosso era molto legato a Monchi, con cui aveva instaurato un rapporto di fiducia e stima. Oltre a Massara, spicca il nome di Luis Campos, diesse del Lille, seguito anche da Chelsea e Manchester United.