Nicolò centra un altro record: “Che emozione sotto la Sud”
IL TEMPO – MENGHI – Non c’è nulla di normale nel decidere le partite a 19 anni. Non è banale nemmeno sentirsi dire «grande giocatore» da Francesco Totti e «campione» da De Rossi, perché «un grande giocatore lo è già». Zaniolo fa cose eccezionali e forse non se ne rende nemmeno conto fino in fondo, è successo tutto così in fretta, in maniera quasi naturale, come qualcosa che doveva uscire fuori per forza. La sua voglia, la forza, il cinismo, l’esplosività: non gli manca davvero nulla. La Roma ha provato a costruirgli intorno un muro per tenerlo lontano dagli eccessi di questa pazza città e dagli occhi di chi già ha riempito il taccuino degli appunti di mercato, come quel Paratici che ieri sera era in tribuna. Anche i due ct azzurri erano sugli spalti dell’Olimpico, Di Biagio pronto a scommettere che «Nicolò sarà uno dei protagonisti dell’Europeo a giugno» e Mancini a pregustare il momento in cui sarà, inevitabilmente, aggregato in forma stabile alla Nazionale maggiore. Era stato proprio lui a lanciare a Di Francesco un messaggio lo scorso settembre, convocandolo con l’Italia dei grandi e scoprendo il talento che a Trigoria era arrivato da perfetto sconosciuto nell’affare Nainggolan. La favola Zaniolo è cominciata presto, a partire da quell’esordio in Champions League che il tecnico giallorosso aveva voluto azzardare, nientemeno che al Bernabeu contro il Real Madrid. La grinta l’aveva mostrata subito l’ex Inter che si era tenuto il meglio per gli step successivi, innescando un climax strepitoso che continua a far alzare i tifosi dai loro posti allo stadio. Si è preso un’altra standing ovation ieri, uscendo nel finale contro il Porto con i crampi: «Ci sta», dice a chi gli domandava il perché del ghiaccio sulla gamba. Zaniolo sta bene, anzi benissimo, era solo stanco dopo aver combattuto come un leone sulla fascia, in un ruolo che non sarà il suo ma lo ricopre come se lo fosse sempre stato e da lì, ala destra, ha segnato due gol da record. E’ lui il più giovane italiano ad aver segnato una doppietta nella moderna Champions League, il primo classe ‘99 scendere in campo da titolare in uno scontro diretto, e a renderlo indimenticabile. Per tutti, in primis per se stesso: «Sono felicissimo, è un sogno che si è realizzato, ma sono contento soprattutto per la squadra. Adesso andiamo a Oporto per conquistare il passaggio del turno. Sarà dura come ogni partita di Champions, ma adesso possiamo andare là a giocarci le nostre carte e provare ad andare ai quarti». Ed è merito suo, per buona parte. Merito di un predestinato che ha fatto innamorare i romanisti in pochi mesi, nonostante la vecchia fede juventina mai nascosta. Zaniolo è andato a prendersi l’abbraccio della Sud ad ogni rete, per poco non faceva venire giù tutto, barriere di plastica e curva, perché ha esultato con la stessa energia con cui in campo dà spettacolo: «Spero di farne tanti altri lì sotto, sono felice di correre per questa squadra». Capitan De Rossi lo incorona: «Il suo è un piccolo record che si aggiunge a quello che sta mostrando gara dopo gara e allenamento dopo allenamento. Non scopro niente, già è un grande giocatore ma diventerà un campione». Niente di più normale.