IL MESSAGGERO – L’imminente cambio societario in casa Roma, con l’avvento di Dan Friedkin e del figlio Ryan (che potrebbe affiancare il padre), non cambierà l’attuale managment del club, con a capo Guido Fienga, molto apprezzato dal magnate texano. Un piano industriale, quello del Ceo, che punta a sistemare i conti (272 mln di debiti) nel giro di un paio di stagioni.
Friedkin, dal canto suo, ha in mente un progetto a lungo termine, e opposto a quello di James Pallotta (che ha acquistato l’asset per rivenderlo dopo un periodo). C’è dunque bisogno di una struttura che funzioni e che si conosca, e che vedrà le conferme oltre che di Fienga anche di Zubiria, De Sanctis, Bruno Conti e soprattutto Petrachi, che dovrà però scrollarsi di dosso l’alone di polemiche per alcune uscite mediatiche poco felici.
Da definire, invece, il ruolo di Franco Baldini e Mauro Baldissoni. Il primo, vicino a Pallotta, è pronto a farsi da parte. Il vicepresidente, invece, dovrebbe uscire di scena dopo 10 anni una volta ultimata la questione stadio.