Nuovo stadio, frana il consenso 5S. Tor di Valle vota per il no
LA REPUBBLICA – GIUFFRIDA – No allo stadio e fronda 5S. Il primo passo per bloccare l’opera a Tor di Valle lo ha fatto il IX municipio, a maggioranza grillina. La commissione urbanistica, presieduta da Paolo Mancuso, ha votato all’unanimità una delibera che prevede l’annullamento del pubblico interesse dell’opera, previsto dall’amministrazione targata Virginia Raggi e approvato dall’Aula il 14 giugno 2017. Inoltre la delibera, presentata dai capigruppo del Misto Cristina Grancio e di Sinistra per Roma Stefano Fassina, dispone entro 90 giorni “di valutare una diversa localizzazione del nuovo stadio”. L’atto non è vincolante per il Comune ma ha un forte valore politico. Tanto più che in commissione i grillini non si sono opposti. Uno ha votato per il no, gli altri si sono astenuti. “Questo progetto ha troppe ombre, è tempo di prenderci le nostre responsabilità”, spiega il consigliere Paolo Barros, grillino della prima ora che ha votato con quella che sulla carta era la minoranza. Il fronte del no allo stadio è destinato ad allargarsi: «Mi astengo, ma in consiglio darò voto favorevole», spiega Raffaele De Nardo, pure lui consigliere grillino della prima ora. Entro 15 giorni la delibera andrà in consiglio municipale dove a questo punto, visto l’andazzo, l’esito favorevole appare scontato. Infine, il passaggio in Consiglio comunale. Paolo Barros ne fa una questione di linea 5S: «Dobbiamo tornare alle battaglie sull’ambiente, questo stadio avrà un impatto troppo forte sulla città — spiega — forse la sindaca pensa che si potrebbe risolvere potenziando la Roma-Lido, ma non credo. Magari lei ha una visione diversa. Io però mi metto nei panni dei romani: già adesso siamo secondi al mondo per numero di ore perse in auto. Voglio lo stadio ma in un altro posto». Cristina Grancio e Stefano Fassina si augurano che la delibera induca la giunta ad aprire la discussione sulle alternative, ma il presidente di Lega Serie A Gaetano Micciché mette le mani avanti: «È importante che le autorità locali supportino i club quando si dimostrano disponibili ad investire».