GAZZETTA DELLO SPORT – CECCHINI – Tutte le storie cominciano, ma non tutte hanno un vero finale. Il Romanzo di Italo Calvino «Se una notte d’invero un viaggiatore» spiega meglio di ogni parola un concetto del genere. Ci sono dieci «incipit» che però non portano mai ad alcuna conclusione, col (possibile)Romanzo che ricomincia sempre in un altro modo. Ecco, la storia della Roma a trazione statunitense è anche una collezione di storie interrotte, ed anche quest’anno si corre il rischio di rivivere situazione già viste. Inutile dire che, in situazioni del genere, è l’allenatore l’anello debole di ogni catena di comando. Così Eusebio Di Francesco, nonostante venga da due vittorie consecutive (contro Bologna e Frosinone), sa bene come le sfide che lo attendono – contro la Lazio in campionato ed il Porto in Champions League – potrebbero essere decisive per la stagione giallorossa e conseguentemente per il suo futuro.
EFFETTO MONCHI Non basta. L’allenatore in questo momento corre il rischio di pagare due situazioni diverse fra loro. La prima è legata a lui, visto che le ultime due gare, pur vittoriose, hanno evidenziato una squadra con grandi difficoltà, tant’è che se Bologna e Frosinone avessero pareggiato, non sarebbe stato uno scandalo. La seconda invece lo prescinde, visto che riguarda quello che è stato finora il suo mentore, ovvero il d.s Monchi, sempre più vicino all’addio a fine stagione. Ieri il tweet postato dallo spagnolo («In molti possono avere quello che hai, ma nessuno può essere ciò che sei…», con foto della Curva Sud e riferimenti alle prossime due partite) inevitabilmente non hanno fugato dubbi sul suo futuro, che sembra sempre più legato all’Arsenal, anche se il club londinese dovrà pagare una clausola di rescissione alla Roma, a cui è legato da un contratto fino al 2021. Logico che il suo addio indebolirebbe la posizione di Di Francesco, anche se il tecnico abruzzese è ancora perfettamente in grado di costruire la sua fortuna. Come? Arrivando in zona Champions League (fondamentale) e magari facendo ancora strada in Europa, visto che il Porto non è sembrato avversario irresistibile.
si cambia Logico che, se al direttore sportivo vengono accollati alcuni errori sul mercato (nel polverone di radio mercato i nomi più gettonati sono tre: Pastore, Nzonzi e Bianda, ma Zaniolo?), i tanti problemi muscolari non aiutano la gestione dell’allenatore. «Troppi infortuni stupidi», ha detto infatti pochi giorni fa il presidente Pallotta. Se Di Francesco onorerà il suo contratto fino al prossimo anno, qualcosa forse dovrà essere rivisto in merito, ma l’attualità non aspetta e così già contro la Lazio la squadra cambierà. Probabile infatti il ritorno al 4-3-3, con il sacrificio di Nzonzi a beneficio di Cristante, mentre sulla fascia destra dovrebbe tornare Zaniolo. Più o meno la stessa squadra che potrebbe giocare quattro giorni dopo a Oporto in Champions, sperando in quella occasione di poter recuperare Manolas, assai a rischio per il derby (vedi sotto).
RIVOLUZIONE Insomma, nel giro di due partite parte del futuro della Roma potrebbe essere scritto. Quanto basta per cominciare altri Romanzi che corrono a loro volta il rischio di restare incompiuti. Sul fronte della panchina, logico che lo show di ieri a Londra allontani Sarri dalla panchina del Chelsea con tutte le ricadute del caso, mentre sul fronte della direzione sportiva, accanto a nomi noti (Faggiano e Mirabelli) prende corpo anche la soluzione interna, che galleggia tra Balzaretti e Massara. Ma tornando alla panchina, c’è da registrare l’ottimismo di Di Francesco: «Sono convinto che faremo un grande derby, anche se l’ambiente destabilizzante non aiuta». Ne siamo convinti, ma c’è un futuro da scrivere. E sono in tanti a credere che, se anche questo Romanzo fosse interrotto, sarebbe una sconfitta per tutti.