IL TEMPO – BIAFORA – L’era del quarto direttore sportivo della Roma americana è ormai giunta al capolinea. In nove anni alla guida del ramo tecnico della società di Trigoria si sono succeduti Sabatini, Massara, Monchi e poi Petrachi, la cui avventura in giallorosso è ai titoli di coda ad appena un anno di distanza dall’annuncio ufficiale del suo incarico. La scintilla che ha fatto divampare l’incendio è stata rappresentata da un paio di sms inviati dal dirigente salentino direttamente a Pallotta, accusato di aver dimenticato il nome del ds nell’intervista rilasciata in settimana al sito ufficiale della Roma. I toni usati dall’ex Toro sono stati durissimi e hanno puntato il dito direttamente contro il presidente, che – dopo essersi fatto tradurre il messaggio – ha preferito non replicare e affrontare il problema con i suoi referenti romani. La presa di posizione non è stato affatto gradita dal numero uno bostoniano e in generale tutti i dirigenti sono rimasti abbastanza sorpresi dei contenuti evidenziati da Petrachi, soprattutto a breve distanza da un’intervista in cui il ds aveva delineato le strategie future del progetto giallorosso, che di certo – sottolineano a Trigoria – non è stato stravolto dall’oggi al domani. Il tema della rottura con Petrachi non sarà però di facile risoluzione, soprattutto in virtù del ricco contratto che lo lega per altri due anni alla Roma: 1,2 milioni netti a stagione più bonus (200mila euro per la qualificazione alla Champions; 200mila euro per la vittoria dell’Europa League; 100mila euro per ogni passaggio del turno in Champions a partire dagli ottavi; 150mila euro per la vittoria della Coppa Italia; 300mila euro per la vittoria scudetto) e altri benefit come vettura e telefono aziendale, una casa in affitto e i rimborsi spese per tornare a Lecce. Il dirigente, considerato un separato in casa da settimane (i calciatori e Fonseca hanno poco apprezzato le sue uscite e con il segretario Longo c’è stata una lite), non ha alcuna intenzione di dimettersi e di lasciare i soldi sul tavolo, mentre in casa Roma stanno studiando ogni tipo di soluzione, compresa quella del licenziamento per giusta causa. Più plausibile una rescissione con tanto di ricca buonuscita. Al suo posto sarà probabilmente promosso De Sanctis, allettato da un’offerta dall’Ascoli per ricoprire la carica di direttore generale. Con un imminente ribaltone è però destinato a restare a Trigoria. E’ circolato anche il nome di Massara, ma nel colloquio andato in scena a Boston lo scorso anno ci fu una netta divergenza di vedute sui programmi futuri ed in particolare sull’opportunità di continuare la trattativa con Conte. Bisognerà in particolare capire quali saranno le mosse e le decisioni del presidente Pallotta, che continua la sua ricerca di un nuovo compratore dopo lo stop della trattativa con Friedkin. Di certo non si fermano le operazioni di mercato: Pedro è virtualmente della Roma, ampiamente fiduciosa di poter trattenere Smalling e Mkhitaryan.