Adesso Zaniolo insegue Kean il C.T.: «Sì, potrebbe debuttare»
GAZZETTA – Gigio Donnarumma, Nicolò Barella e Federico Chiesa sono di fatto ancora dei nazionali Under 21, eppure è già loro una maglia da titolare nell’Italia dei grandi: classe ‘99 il portiere del Milan; nati nel 1997 gli altri due. E’ il nuovo corso manciniano: tanta gioventù, spavalderia, tecnica e gamba. In rosa, in questa tornata di convocazioni, trovano spazio pure i classe 1995 Romagnoli (capitano del Milan!), Cristante e Sensi, oltre a Gianluca Mancini (1996), mentre è rimasto a casa per infortunio Lorenzo Pellegrini (1996). Ci sono poi soprattutto Zaniolo (’99) e Kean (2000), potenziali titolari a Euro 2020, sicure colonne in ottica Qatar 2022. Il Mancio ha già fatto esordire Kean lo scorso novembre, in amichevole contro gli Stati Uniti. Zaniolo, zero presenze per ora, fu invece convocato a settembre per la Nations League quando ancora non aveva esordito in Serie A: insomma, trattasi di veri e propri pallini del commissario tecnico azzurro.
PROMOSSI «Zaniolo pronto per il debutto? Va dato merito a Di Francesco, che l’ha fatto giocare quasi sempre e gli ha dato una fiducia enorme nella Roma — dice il Mancio —. Sì, ci può essere l’occasione di debuttare». Per Kean è già scattato il paragone con Balotelli che non ancora 18enne, proprio con Mancini allenatore, fu decisivo per esempio nello scudetto interista del 2008. L’etichetta di nuovo Balo potrebbe non essere un buon augurio? «No — risponde secco il c.t. — perché Mario alla sua età faceva gol, e ha vinto tanto. La sua carriera finora è stata ottima, ma poteva certamente fare di più. Speriamo che Kean parta bene come Mario e continui benissimo: la Juve potrà aiutarlo, lì ti fanno diventare prima uomo che giocatore». A Kean sono di fatto bastati 80’ con doppietta contro l’Udinese e la personalità mostrata nei 10’ finali di Juve-Atletico Madrid per scalare le gerarchie e mettersi davanti a gente del calibro di Balotelli e Belotti: una bella fortuna essere in rampa di lancio nel momento in cui sulla panchina azzurra c’è un tecnico con fantasia, coraggio e carisma da vendere. Complessivamente, quella del ragazzo di origini ivoriane è una stagione da 182’ e 3 gol, coppe comprese. Sul piatto mette un anno intero a fare a botte in allenamento con quei «gentiluomini» di Bonucci e Chiellini, oltre alla fortuna di avere Cristiano Ronaldo come professore, in campo e fuori. Di certo, però, nella prossima stagione dovrà trovare più spazio, alla Juve o altrove, per inseguire concretamente una maglia per l’Europeo.
IL PREDESTINATO Diverso il cammino di Zaniolo, che è tornato a varcare le porte di Coverciano con tantissimi chilometri in più rispetto allo scorso settembre. Oggi è una colonna della Roma, e le cifre parlano chiaro: 19 presenze e 3 gol in campionato; 7 gettoni e 2 gol (doppietta al Porto) in Champions; altre 2 gare in Coppa Italia. Nicolò ha impressionato per personalità, fisico e intelligenza tattica: di fatto è un interno di centrocampo, ma gioca ad alti livelli anche in fascia oppure a ridosso della punta in un 4-2-3-1. «Pesante» il giudizio di Rino Gattuso: «Mi ricorda il primo Totti, anche per come tocca il pallone. E’ un bene per il calcio italiano, l’importante è che voli basso. Spero davvero che non si rovini». La Roma e il Mancio vigileranno con grande attenzione.