IL TEMPO – CICCIARELLI – Lo sport resta ancora fermo nel tunnel del coronavirus, ma all’orizzonte vede uno spiraglio per la ripresa il 4 maggio. Il prolungamento dello stop, come per buona parte degli altri comparti del paese, è stato ribadito come «indispensabile» dal ministro dello Sport Vincenzo Spadafora nella lettera inviata ieri Giovanni Malagò e Luca Pancalli, rispettivamente presidente del Coni e numero uno del Comitato Italiano Paralimpico, ma lascia speranze per un ritorno alle attività a partire dal mese prossimo. L’indicazione messa su carta dal ministro è che la ripresa delle sedute di allenamento «non avvenga almeno fino al mese di maggio», ma oltre a sancire il prolungamento della serrata la comunicazione di Spadafora suona come un invito a predisporre gli accorgimenti necessari per tornare il campo contemporaneamente alla battaglia contro il coronavirus, individuando come data di massima per il nuovo via il 4 maggio.
«Vi prego di voler attivare le Federazioni e gli altri soggetti del sistema sportivo – si legge nella lettera – affinché la ripresa degli allenamenti e delle attività avvenga, presumibilmente dal 4 maggio p.v., nel più rigoroso rispetto delle prescrizioni di sicurezza che saranno individuate d’intesa con le autorità sanitarie e gli organismi scientifici. Nei prossimi giorni darò impulso ad un’iniziativa, coordinata dal mio Ufficio di Gabinetto, per riflettere in modo organico su come realizzare specifiche leve di ripartenza, modalità di vero e proprio «adattamento» del sistema sportivo al rischio Covid-19, specie se questo non potrà dir- si del tutto sotto controllo nei mesi a venire».
Un’apertura che detta i tempi alla ripartenza dei campionati di calcio, dove leghe e società da diversi giorni ragionano sulla data del 4 maggio come quella buona perla ripresa degli allenamenti. Queste tempistiche permetterebbero alle squadre di far rientrare gli stranieri tornati a casa dalle famiglie – o impegnati negli allenamenti come Ronaldo e Ibrahimovic – in tempo per allenarsi, lasciando invece con l’amaro in bocca chi come la Lazio spingeva per un tornare al lavoro già dopo Pasqua. Il calendario sarebbe linea con le intenzioni della Lega Serie A, che permetterebbe di tornare a giocare il 30 maggio o il 6 giugno e di finire il campionato entro la fine di agosto, allontanando il rischio dello slittamento a settembre. «Il calcio vuole andare avanti – aveva spiegato Malagò a Radio Radio – quindi si mette in una situazione diversa rispetto alle altre discipline, questo è sicuramente un fatto ormai acclarato». In serata la risposta del presidente della Federcalcio Gravina: «Tutti si fermano e il calcio no? Non entro nel merito delle scelte che hanno adottato le altre discipline. Il calcio ha una sua specificità».