Altre verifiche sullo stadio: rischio rinvio rabbia del club
GAZZETTA – PICCIONI – Due diligence sì o no? O meglio: l’attività di verifica e di approfondimento disposta dalla sindaca Virginia Raggi dopo la vicenda che ha portato all’arresto di Marcello De Vito, comprende anche il progetto del nuovo stadio della Roma? È una domanda che preoccupa anche il club giallorosso, che teme un allungamento ulteriore dei tempi. Anche perché la società di Pallotta si aspettava l’approvazione della variante urbanistica già per il mese di aprile, un via libera che addirittura potrebbe slittare di diverse settimane.
MA PERCHé? Dal Campidoglio era filtrata una lettura che separava il discorso Tor di Valle da quello degli altri dossier sotto accusa: gli ex Mercati Generali, la vecchia Fiera di Roma e l’ex Stazione Trastevere. Su questi tre fronti è stata avviata la due diligence, verifica degli atti amministrativi che sullo stadio era già stata effettuata ai tempi della prima ondata di arresti, quella che portò in carcere anche Luca Parnasi. E, proprio in virtù di questo, la Roma si chiede quale ulteriore verifica sugli atti amministrativi vada fatta ora, dopo quella precedente.
SE NON L’AVESSE FATTO… Domenica, però, da Giletti a «Non è l’arena», la Raggi ha inserito nella due diligence anche lo stadio. «Io non posso sottoporre l’amministrazione capitolina a un danno erariale». Nella polemica con il suo ex assessore all’urbanistica Paolo Berdini (querelato dal suo successore Luca Montuori), la Sindaca ha poi puntualizzato: «È stato lui ad attivare il processo, non richiesto da nessuno, della conferenza dei servizi. Se lui non l’avesse fatto noi non saremmo stati qui a parlare». Una frase che si presta a diverse interpretazioni e che non deve aver fatto la gioia della Roma. Che ritiene lo stadio un «diritto» e non «un’aspettativa». Stadio su cui si era esposto il premier Conte proprio alla festa della Roma. E il Governo non avrebbe cambiato idea. Cioè: bisogna andare avanti.