IL FATTO QUOTIDIANO – PACELLI – Non ci sono elementi per sostenere l’accusa di corruzione. La Procura di Roma chiede di archiviare la posizione di Daniele Frongia. E così l’assessore allo Sport – che si era dimesso e autosospeso dal M5S dopo la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati – rientra nella giunta capitolina. Le sue dimissioni infatti nei giorni scorsi erano state accolte con riserva da Virginia Raggi. Che ieri lo ha di fatto riaccolto: “Sono certa che continuerà a svolgere con rinnovato impegno la sua attività di assessore”, ha detto la sindaca di Roma. E a questo punto, secondo fonti del M5S nazionale, pare scontato il suo reintegro anche nel Movimento. Probabilmente anche prima che il gip decida se condividere o meno l’impostazione dei pm Paolo Ielo, Barbara Zuin e Luigia Spinelli, che hanno chiesto l’archiviazione per l’assessore.
I magistrati infatti ritengono che non ci siano prove di un patto corruttivo con l’imprenditore Luca Parnasi. L’iscrizione di Frongia era avvenuta nell’ambito del filone principale dell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma, quello dal quale è nato il troncone d’indagine che ha portato all’arresto dell’ex presidente dell’assemblea capitolina, Marcello De Vito, accusato di corruzione. È lo stesso reato contestato all’assessore ma per vicende completamente diverse. Ossia per aver segnalato – secondo l’impostazione iniziale della Procura – una persona da assumere in una delle società del costruttore Luca Parnasi, accusato dai pm di Roma di essere a capo di una associazione a delinquere finalizzata a commettere reati contro la pubblica amministrazione. Chi rivela questa circostanza ai pm è lo stesso Parnasi in un interrogatorio dal quale è dipesa l’indagine a carico dell’assessore allo Sport. Ai magistrati il costruttore aveva raccontato di aver chiesto lui stesso a Frongia se avesse qualcuno da segnalargli come responsabile delle relazioni istituzionali di una sua società, la Ampersand. Frongia avrebbe proposto una donna di circa 30 anni. C’è anche una conversazioni tra Frongia e Parnasi (captata dal trojan installato sul cellulare dell’imprenditore) in cui si fa riferimento alla vicenda. Alla fine però non è mai stato formalizzato alcun incarico da parte di Parnasi, anche perchè l’imprenditore a giugno scorso è stato arrestato (misura poi revocata). Parnasi però davanti ai pm ha anche precisato di non aver mai ricevuto pressioni o richieste di favori da parte di Frongia. Quando Il Fatto, il 22 settembre, pubblicò le rivelazioni di Parnasi, Frongià disse: “L’ho incontrato un paio di volte, come faccio con tanti imprenditori che vogliono investire nello sport a Roma, e in una occasione mi disse di essere alla ricerca di personale specializzato per una sua nuova azienda chiedendomi se conoscessi qualcuno con determinate competenze. A puro titolo di condivisione, ho passato questa informazione a persone con i requisiti ricercati”. Ora anche i magistrati sono convinti che non sia stato commesso alcun reato. “Ringrazio la Procura della Repubblica di Roma per aver chiarito la mia posizione e richiesto l’archiviazione – ha scritto ieri su Facebook l’assessore -. Ribadisco quanto detto anche in passato: non ho mai tenuto comportamenti illegali né scorretti. Non ho mai chiesto, fatto o ricevuto favori”. Ora la parola passa al gip.