Braccio di ferro tra Pallotta e Friedkin. La società è valutata 850-900 milioni
IL MESSAGGERO – TRANI – La due diligence è stata completata poco meno di un mese fa e proprio in quei giorni di metà novembre Dan Friedkin, fermatosi 8 giorni (dal 13 al 20) nella Capitale con la moglie Debra e il figlio Ryan, ha deciso di prendersi la Roma. Azionista di maggioranza e non semplice partner. Il magnate californiano, prima di tornare a casa via Londra, ha visitato la sede in viale Tolstoj e il centro sportivo Bernardini, si è intrattenuto a lungo con il ceo e ad giallorosso Guido Fienga e soprattutto si è interfacciato con Bob Needham, il Chief Financial Officer della Raptor di Pallotta. La negoziazione è entrata nel vivo proprio con quel blitz del tycoon che ha poi continuato, attraverso il suo advisor JP Morgan, ad approfondire la conoscenza del pianeta romanista (12 società, comprese le 3 esclusivamente dedicate al nuovo stadio di Tordivalle).
NEGOZIAZIONE IN CORSO È, invece, questa la fase più delicata, con il classico braccio di ferro tra chi vende e chi acquista. Friedkin vorrebbe chiudere prima di Natale. Non ha ancora convinto, però, Pallotta. Che, pur considerando serio e affidabile il potenziale investitore, vorrebbe incassare quella che è stata la sua richiesta ufficiale: 1 miliardo di euro. Il prezzo adesso è più basso, ma non ancora quello giusto: la proprietà Usa è scesa a 850-900milioni. Così divisi: 272 per coprire i debiti del club, 130 (su 150) di aumento di capitale da sottoscrivere per intero entro 31 dicembre 2021 e i rimanenti 450-500 per completare l’operazione (dentro anche gli 80 spesi finora per il progetto stadio). Ne discutono quotidianamente i legali e gli advisor, con Goldman Sachs a rappresentare il presidente giallorosso. E, negli States, i diretti interessati, James e Dan, attraverso gli intermediari. Il tycoon, pure per accorciare i tempi, punta a entrare subito nell’As Roma SPV LLC, la società che detiene il controllo indiretto di As Roma spa tramite la sua controllata Neep Roma Holding spa. Quando poi chiederà a Pallotta di lasciargli il controllo del club, entrando nel cda giallorosso, dovrà comunque lanciareun’opa. PROSSIMO STEP L’unica mossa scontata, a breve termine, la faràPallotta: entro fine dicembre interverrà personalmente con la prima quota per l’aumento di capitale, versando circa 40milioni (la successiva è prevista a marzo), più altri 10 (conversione di vecchi crediti). E’ il sostegno finanziario di cui ha bisogno la società giallorossa, come ammesso in pubblico da Fienga, per la gestione della squadra. Discorso a parte, invece, per i terreni di Tordivalle. L’imprenditore ceco Vitek li acquisterà da Unicredit entro metà dicembre, iniziativa che sta bene sia a Pallotta sia al Comune perché avrebbero un interlocutore finalmente solido. Vitek, comunque, non è interessato alla Roma. Ma il vecchio (o nuovo) proprietario, ottenuto il via libera dal Campidoglio, dovrà poi trattare con lui per (ri)prendersi l’area su cui costruire l’impianto.