Cadono i Municipi, ma sullo stadio il Comune va avanti
GAZZETTA – CECCHINI – La fibrillazione politica intorno al nuovo stadio della Roma, progettato per la zona di Tor di Valle, non accenna a fermarsi. Domani, infatti, il IX Municipio della capitale, quello interessato all’impianto, nonostante sia a guida del Movimento 5 Stelle, potrebbe votare contro l’opera, anche se la sua decisione non è influente sull’iter dell’approvazione. Il segnale politico, però, sarebbe significativo e i rischi non mancano, visto che ieri il consiglio dell’XI Municipio – anche questo interessato dai lavori – ha sfiduciato il presidente pentastellato Mario Torelli, poi subito nominato commissario dalla sindaca Raggi. Insomma, un problema in più, anche perché sembra un trend politico non da sottovalutare, visto che a Roma, dall’inizio dell’era pentastellata, è il terzo municipio perso dal Movimento, che ha visto cadere già l’VIII e il III, poi passati al centrosinistra.
OTTIMISMO COMUNE Ma l’amministrazione non sembra mollare. Ed infatti ieri Enrico Stefàno, presidente dell’Assemblea Capitolina, ha detto a Centro Suono Sport: «Sul nuovo stadio sono ottimista. L’iter sta facendo il suo percorso, anche se complesso e complicato. Diciamo che non sono pessimista, non mi sento di dirvi che ci siano ritardi particolari. Ci siamo presi un attimo di margine per fare un nuovo approfondimento su tutti gli atti, se non dovessero emergere criticità chiaramente si dovrebbe procedere perché l’assemblea capitolina già due anni fa ha votato a favore».
MALAGò BENEDICE Intanto, anche Giovanni Malagò, presidente del Coni, ribadisce il suo «endorsement» allo stadio. «Se si ferma l’iter c’è il rischio causa? Io non ho mai giudicato una materia tecnica né tanto meno giuridica come questa che è sostenuta dall’avvocatura. Sono contento che abbia individuato un possibile rischio, un’area di maggiore preoccupazione, ma ho sempre detto che è giusto che la Roma abbia il suo stadio, che la Lazio abbia il suo stadio e che tutte le società di Serie A, e non solo, che stanno cercando di fare il proprio stadio lo abbiano. Chiaramente io parlo di stadio: tutto il resto non mi compete e non ho alcuna voce in capitolo. Ho visto ciò che accade nel resto del mondo: tra poco giocheremo la finale della Champions League in uno stadio – il Wanda Metropolitano – che è uno spettacolo. A un certo punto basta: dobbiamo avere coraggio di prendere una decisione e una volta fatto non si può rimettere tutto in discussione ogni sei mesi, un anno, cinque anni. Non è serio soprattutto nei confronti di chi vuole investire nel nostro Paese». Difficile dargli torto.