24 Apr 2019In Rassegna stampa5 Minuti

Cairo aria d’Europa: «Toro allo sprint, Mazzarri è super e su Petrachi…»

GAZZETTA DELLO SPORT – CECERE – «Siamo come un ciclista giunto sulla dirittura d’arrivo della Milano-Sanremo: adesso si deve piazzare lo sprint vincente». Urbano Cairo è appassionato anche delle due ruote, certo, ma il paragone con la classica corsa di primavera gli serve per illustrare il momento del suo Torino. Che domenica sera affronta in casa lo spareggio Champions col Milan con la consapevolezza di attraversare un periodo di benessere atletico e mentale che lo ha portato a competere per entrare nel massimo torneo continentale. Cosa mai accaduta nell’ultimo quarto di secolo, da quando cioè la Coppa Campioni ha cambiato formula e nome. E’ il Torino più brillante dopo quello anni Settanta dello scudetto di Radice e quello ‘92 della finale Uefa di Mondonico, insomma.

UNA PER VOLTA «Più che pensare ad un obiettivo europeo, di un certo tipo o dell’altro, conta pensare partita per partita: lo avevamo detto a inizio campionato e lo facciamo anche oggi. Se poi dobbiamo parlare della Champions, tre punti avanti a noi c’è un’Atalanta che va fortissimo e poi c’è il Milan sempre a più tre e la Roma a più due. Sono tanti, considerato che i punti disponibili sono quindici. Quindi ripetiamo che il nostro impegno dev’essere quello di giocare tutte le partite con la stessa voglia e determinazione, per fare risultato. Alla fine conteremo i punti e vedremo dove saremo. Lo dico io, da inizio stagione, lo ripetono l’allenatore e i giocatori».

IL RITORNO Cautela, prudenza, vietato esaltarsi e va bene. Ciò non toglie che il Toro stia viaggiando a ritmi elevati. «Sì stiamo facendo un buonissimo girone di ritorno, al passo delle tre-quattro di vertice. C’è questa difesa dal rendimento-record illustrato dalle 29 reti subite. Era da 27 anni che non facevamo così bene. Mazzarri ha fatto un lavoro splendido, sono molto contento di lui e dei giocatori».

A SINISTRA Gli viene chiesto un bilancio della sua gestione. «Quattordici anni… Ci sono stati momenti meno belli, vedi il 2009 quando retrocedemmo, anche per decisioni arbitrali negative ma fu colpa anche mia, perché feci degli errori. Poi ritornammo in A con Ventura e ora viviamo anni molto belli. Siamo stabilmente dalla parte sinistra della classifica e lottiamo per qualcosa d’importante. Le promesse le ho mantenute e spero di fare ancora meglio: mai porsi limiti. La squadra è stata rinforzata con giovani di prospettiva, sono soddisfatto di tutti. Zaza? Ha avuto un’annata per il momento un po’ sfortunata, come si è visto col Cagliari. La squadra c’è, il mister è fortissimo e la società è cresciuta bene. Però tutto quello che è stato fatto conta poco se non facciamo le ultime cinque partite possibilmente in un crescendo fondamentale per ottenere l’obbiettivo».

LA QUESTIONE PETRACHI «Roma interessata a Petrachi? Ho già detto che con noi ha ancora un anno di contratto e dovrebbe bastare. Sarebbe una cosa non bella se davvero ci fossero questi contatti con la Roma, che è in lotta con noi per l’Europa. Vorrebbe dire che c’è un conflitto d’interessi e sarebbe davvero una cosa spiacevole: uno come fa a essere direttore di una squadra e a parlare con un’altra squadra che compete per lo stesso obbiettivo? Non ci voglio credere e continuo a dire che Petrachi è il nostro direttore sportivo e dovrebbe esserlo ancora per un anno. Però queste voci durano da un mese e mezzo e mi stupiscono un po’».