9 Mar 2019In Rassegna stampa6 Minuti

Claudio atterra, Monchi parte la Roma cambia «Non ho dormito per l’emozione sono migliore rispetto a prima»

GAZZETTA – CECCHINI – chi avrebbe mai il cattivo gusto di contare le rughe in aggiunta o i capelli in diminuzione? Il tempo, a Trigoria, è una variabile trascurabile. Sicuri che quell’uomo in tuta in mezzo al campo sia Claudio Ranieri e abbia 67 anni? Proprio certi che quel vecchio ragazzo che lo accoglie in sede – insieme al Ceo, Guido Fienga – sia Francesco Totti e vada per i 43? Eppure è proprio così: c’è un passato che non passa e un futuro invece tutto da scrivere. «Sono felice di essere tornato a casa – dice il nuovo allenatore giallorosso –. Quando la Roma ti chiama è impossibile dirle di no».

FACCIA A FACCIA Sbarcato poco dopo le 10 a Ciampino, Ranieri si è recato nella sua elegante casa di viale Buozzi per poi andare appunto nel centro sportivo per firmare il contratto, che lo legherà al club fino a giugno per un ingaggio di circa un milione e – senza porre limiti alla provvidenza di un rinnovo – anche la promessa di entrare nello staff dirigenziale. Dopo aver salutato i volti vecchi e nuovi di Trigoria, ovvio però che l’attenzione si sia spostata sul primo discorso alla squadra, a cui ha dato «piena fiducia» sul piano della qualità, ma chiesto «senso di appartenenza». Paradossalmente, il punto meno importante può essere quasi considerato l’allenamento – condotto con gli assistenti Benetti, Cornacchia e Azzalin – visto i pochi giocatori che aveva a disposizione.

«noi tifosI» «Tornare a Roma per me significa tanto, tutto. Sono sempre stato tifoso della Roma fin da bambino. Ne sono stato giocatore e tecnico. Quando ho saputo che potevo essere io l’allenatore non ho dormito. Era da tanto che non mi succedeva, per cui è un buon segno. Alla Roma mi lega la mia romanità, la Roma era nel mio dna. Sono tornato a Trigoria e l’ho trovata cambiata. Si sta dando veramente una struttura da squadra internazionale. Ora però ai giocatori chiederò in queste ultime 12 partite di dare il meglio di loro, di aiutarsi ad essere squadra, di sentire la Roma, di dare tutto loro stessi perché solo così io sarò appagato. Il primo aspetto da valutare è sicuramente l’aspetto psicologico, Dopo due k.o. consecutivi e l’uscita dalla Champions i ragazzi saranno sicuramente abbattuti. Ma questo ormai è passato e devono saper reagire da uomini. Noi siamo dei fortunati, pagheremmo per stare nella Roma, e dobbiamo fare di tutto proprio per questo motivo. È logico che i tifosi siano insoddisfatti quando la squadra non gioca bene e perde, ma se vedono la squadra che lotta e si impegna, e poi magari l’arbitro non ti dà un rigore e neanche vuole andarlo a rivedere al Var, sanno apprezzare. Per questo chiedo alla gente di stare vicino ai ragazzi, soprattutto nei momenti difficili, perché poi alla fine chi soffre veramente siamo noi tifosi». Ranieri poi conclude: «Sicuramente sono cambiato. Se sono stato chiamato dalla Roma significa che mi sono aggiornato. La voglia di migliorarmi non mi abbandona. Sono migliore di due anni fa».

TOTTI E PALLOTTA A Trigoria sono tanti a sottolineare che, pur essendo stato lui a stabilire il contatto, Ranieri è il primo tecnico non «vidimato» (anche se non certo ostacolato) da Franco Baldini. Troppo poco per dire che i tempi sono cambiati, ma abbastanza per sottolineare il maggiore coinvolgimento di Totti, a cui il club ha fatto fare un comunicato sul tecnico. «Claudio non è solo un tifoso della Roma, ma è uno degli allenatori più esperti nel mondo del calcio. Ora abbiamo bisogno di mani del genere, in grado di guidarci tra le prime 4 per rigiocare la Champions. Ci mancano 12 partite e dobbiamo vincerne il più possibile». Detto che anche alcuni giocatori (primo fra tutti De Rossi) hanno parlato con Ranieri, analizzando anche il problema infortuni e il modulo, il sigillo di Pallotta non poteva mancare. «L’obiettivo che abbiamo è la qualificazione in Champions – ha detto il presidente, su cui vengono smentite le voci di un litigio con Di Francesco – .e abbiamo deciso di chiamare un allenatore che conosca il club, comprenda l’ambiente e sia in grado di motivare i giocatori. Claudio risponde a tutte queste caratteristiche e si è dimostrato molto entusiasta nell’accettare questa nuova sfida». Proprio vero. Per questo, quasi a farsi perdonare, ieri sera Ranieri si è presentato a casa con un mazzo di fiori per sua moglie Rosanna, anche se poi a tavola c’erano anche i collaboratori. Come dire, incerti del mestiere.