LA REPUBBLICA – In inglese è detto Sport-washing, ma il significato è ben comprensibile se si prende ad esempio quello che si sta verificando anche a Riad in preparazione della Supercoppa Italiana programmata per le 17.45 ore italiane. In sostanza si tratta del ‘dilavamento di coscienze’ in atto per mezzo dello sport nei paesi del Golfo Persico, ma anche in Russia, Cina, Azerbaigian, Israele, Messico e Ungheria.
Il Comitato Olimpico Internazionale ha sottolineato la «crescente politicizzazione dello sport e l’attacco alla neutralità» dello stesso: eppure da quando, nel 2009, è partito l’assalto del Golfo allo Sport occidentale e non solo, pochissime sono state le voci di dissenso. Ci si chiede allora perché succeda: da un lato nel sistema ‘sport’ vengono pompate risorse economiche non indifferenti, dall’altro paesi in cui vigono regimi e dittature che talvolta violano anche i diritti umani, utilizzano la scorciatoia dello Sport per compiere percorsi politici ed economici che altrimenti incontrerebbero grossi ostacoli.