IL TEMPO – SCHITO – «Abbiamo una partita da vincere, non dobbiamo fare test sulla mia condizione fisica». Schietto e diretto, come sempre. Daniele De Rossi chiama a raccolta i tifosi in un momento cruciale della stagione, alla vigilia dell’andata degli ottavi di Champions con il Porto. Si schiera da capitano, prende le parti di Kolarov, racconta le sofferenze di un infortunio che sembrava infinito. «Non ho mai pensato di aver smesso – dice il capitano – ho fatto tre mesi da calciatore serio, mi sono allenato sempre, ho fatto quello che dovevo fare per rientrare bene. Il punto di domanda che in parte ho ancora
era sulla mia condizione fisica. Probabilmente un’operazione alla cartilagine non
l’avrei sopportata a 35 anni. Se sto bene, con la gestione dell’allenatore e il giusto minutaggio, posso continuare a giocare». Quando deve parlare di i Kolarov, si rivolge direttamente ai tifosi: «Se si dovesse ricomporre questa piccola frattura sarei il più contento del mondo. Voglio bene ai tifosi della Roma, che mi hanno sempre difeso e protetto, e Alex lo considero un fratello. Visto che i tifosi si sono sempre fidati di me, dico di continuare a fidarsi quando ne parlo come un grande professionista, uno attaccato a quello che sta facendo. Non sto dicendo che è romanista da quando è piccolo, ma dà sempre quello
che deve dare, non salta un allenamento, gioca in condizioni difficili. Io preferisco quelli così a quelli che baciano la maglia o fanno dichiarazioni al miele nei confronti dei tifosi e al primo dolorino si fermano, o storcono la bocca se devono cambiare ruolo. Poi il tifoso va rispettato e anche assecondato quando mostra un po’ di insofferenza, i risultati rendono tutti più nervosi». Il gruppo è con il tecnico: «Ha sempre tenuto la barra dritta, non ha mai perso la trebisonda in una città dove non è facile rimanere saldi di testa e di polso, è stato un grande merito». Con il Porto non si può sbagliare, partendo dal ricordo dell’ultima Champions: «E un valore aggiunto, ci fa arrivare un po’ più pronti a partite delicate, fermo restando che il Porto di gare così è abituato a giocarne. Per noi può essere un motivo di sicurezza in più rispetto al passato ma è un altro torneo, non possiamo attaccarci a quello che è stato, dobbiamo innanzitutto preparare bene la partita».