6 Lug 2019In Rassegna stampa4 Minuti

De Vito, concessi i domiciliari. Verso il processo immediato

MESSAGGERO – SCARPA – Marcello De Vito esce dal carcere di Regina Coeli. L’ex presidente dell’Assemblea capitolina arrestato il 20 marzo per corruzione nell’ambito di un filone dell’inchiesta sullo stadio della Roma ha ottenuto i domiciliari. A deciderlo è stato il gip Maria Paola Tomaselli:non sussiste un pericolo di inquinamento delle indagini perché l’inchiesta è praticamente chiusa ed è, inoltre, esclusa l’ipotesi di reiterare i reati, dal momento che De Vito viene comunque sottoposto ad una misura cautelare. Sono queste, in sostanza, le motivazioni che hanno spinto il giudice ad accogliere la richiesta dei legali dell’ex esponente grillino. Nei giorni scorsi, aveva ottenuto i domiciliari anche l’avvocato Camillo Mezzacapo ritenuto dai magistrati il braccio destro di De Vito. Adesso all’orizzonte si profila il processo. Con ogni probabilità si andrà verso l’immediato. Un rito che, scavalcando l’udienza filtro del gup, permette di andare subito a dibattimento.

LA VICENDA – Favori e soldi per oliare i provvedimenti amministrativi sulla costruzione dello stadio del club giallorosso e altri progetti immobiliari, come un albergo vicino alla ex stazione ferroviaria di Trastevere e la riqualificazione dell’area degli ex Mercati generali di Ostiense. Corruzione, insomma. Con questa accusa era stato arrestato il presidente dell’assemblea capitolina De Vito coinvolto in un’inchiesta nata da quella sul progetto dell’impianto della Roma a Tor di Valle in cui sono indagati il costruttore Luca Parnasi e l’avvocato Luca Lanzalone. Ma le contestazioni dei pm non si limitano solo allo stadio della Roma, coinvolgono anche due progetti dei costruttori Claudio e Pierluigi Toti e dell’immobiliarista Giuseppe Statuto. I primi due sono chiamati in causa per la riqualificazione degli ex Mercati generali perché «a titolo di prezzo della mediazione illecita» per «intervenire nell’iter amministrativo» conferivano un incarico professionale allo studio dell’avvocato Camillo Mezzacapo la somma di 110.620,80 euro. Poco meno della metà di quella cifra (48.800 euro) era poi stata trasferita «su un conto intestato alla società Mdl srl» che è «riconducibile» allo stesso legale e proprio a De Vito.

IL SISTEMA – Uno schema replicato, secondo i carabinieri di via In Selci, anche con Statuto: in quel caso, per la costruzione di un albergo vicino all’ex stazione ferroviaria di Trastevere, l’incarico professionale a Mezzacapo avrebbe avuto un valore di 24.582,40 euro e la cifra spostata sul conto della Mdl sarebbe stata pari a 16.640 euro.  «Soddisfatti dell’accoglimento dell’istanza difensiva e felici che De Vito possa tornare all’affetto dei suoi cari e che allo stesso tempo spiegano i suoi legali, Angelo Di Lorenzo e Guido Cardinali si possa preparare al meglio per i prossimi sviluppi processuali. Saremo comunque pienamente soddisfatti solo quando De Vito riacquisterà la piena libertà e solo dopo che sarà stato chiarito ogni aspetto di questa vicenda».