4 Feb 2019In Rassegna stampa5 Minuti

Di Francesco: “Meritavamo di vincere”

IL TEMPO – MENGHI – La sta «spalando» per far riaffiorare la vera Roma, ma dopo la batosta di Firenze per cui c’era letteralmente da «ammazzare l’allenatore» (a detta sua) di fango da togliere ce n’è parecchio e non basta parare il colpo Milan per uscire con la testa fuori, bella alta. Di Francesco è realista, ha strappato l’ennesimo voto di fiducia da Monchi e non può essere contento per un pareggio, perché servono vittorie per scacciare la crisi, ma almeno i giallorossi rimangono appesi all’obiettivo Champions. «Se siamo arrivati a questo –
dice in sala stampa – è solo colpa nostra e potevamo dare solo una risposta del genere». Di grinta, coraggio, personalità, pure se tra tanti, troppi, errori da correggere in fase difensiva: «Non riusciamo mai a ripulire totalmente questo aspetto su cui dobbiamo continuare a lavorare. De Rossi ci è mancato, con lui l’anno scorso la difesa lavora meglio grazie all’intelligenza tattica che ha. L’allenatore in campo è troppo importante, sennò si perde con facilità la testa in certe occasioni».Ieri non è successo, anzi la Roma ha saputo reagire, rimontare, ha incassato un gol per un’ingenuità di Pellegrini ma ha tenuto lontano le paure e ha evitato un altro psicodramma. Questo sicuramente è da salvare, da questo si dovrebbe ripartire. «Il rapporto tra me e i giocatori -giura Di Francesco – non è cambiato, non si può rovinare in pochi giorni, non può morire qualcosa per un 7-1 che ha fatto male a tutti. I
ragazzi hanno dato un’’ottima risposta, ma nona me, io mi prendo quello che c’è da prendere. Non basta però, non bisogna accontentarsi, sono arrabbiato perché in questa partita dovevano portare a casa i tre punti». Il palo e Donnarumma hanno sbarrato la strada ai giallorossi, ma non è un’attenuante perché «dovevamo essere più bravi a chiudere la mole di gioco creato». Schick ha avuto un’occasionissima e ha dimostrato di essere in palla, anche se è rimasto a bocca asciutta: «L’ho visto vivo Patrik, potrebbe fare ancora meglio e credere nelle sue qualità. Con questa tigna e determinazione può fare tutti i ruoli». Zaniolo resta la star indiscussa, celebrata pure da Gattuso a fine gara: «Mi ricorda il primo Totti, per la faccia che ha e come tocca il pallone, sembra più grande dell’età che ha: è un bene per il calcio italiano». Di Francesco sa cos’ha trale mani, ma per lui «non c’entra niente con
Francesco, anche se hanno una cosa in comune: parlano poco e vogliono sempre la palla. Noi ce lo teniamo stretto, deve continuare così. Mi auguro resti così spensierato anche dopo il rinnovo. Deve tenersi stretto questa squadra e l’opportunità che gli ha dato».

Un messaggio per il futuro. Oggi il tecnico deve pensare ad altri problemi, quelli di una squadra che«per svegliarsi e rialzarsi deve prendere gli schiaffi. Ho raccontato una storia al ragazzi: quando vuoi seppellire un cavallo gli tiri tanta terra addosso, per non dire un’altra cosa, cerchi di tirarla via pian piano per poter risalire. Noi dobbiamo dare continuità in questo senso». Riprendono subito (nel pomeriggio) gli allenamenti a Trigoria per preparare la sfida col Chievo venerdì, per cui ritroverà Nzonzi e Cristante ma perderà per squalifica Pellegrini. A Verona De Rossi potrebbe rifiatare in vista del Porto.