LA REPUBBLICA – Ci pensa il solito Dzeko a tirare fuori la Roma dalla palude. Due gol, il primo di sinistro, il secondo di destro, entrambi al volo, mantengono ancora viva la speranza di raggiungere il quarto posto. D’altra parte il bosniaco lo aveva detto: «Vogliamo la Champions». Ma dietro quei gol c’è anche una rivoluzione nata dalla panchina, che ha stravolto una squadra nata sbagliata. I problemi sono nati appena 11 minuti dopo il fischio d’inizio della partita quando un disastroso Diawara stendeva un tappeto verso la porta che Gabbiadini doveva solo percorrere senza ostacoli. La storia cambia nella ripresa quando i lentissimi Bruno Peres, Pastore e Diawara lasciano il campo a tre ragazzi italiani come Zappacosta, Pellegrini e Cristante, quest’ultimi due autori degli assist, rispettivamente, del primo e secondo gol di Dzeko.