Dzeko, la passione, i gol poi il solito tradimento: è l’ultimo atto romanista
IL MESSAGGERO – ANGELONI – Quando l’Italia ha affrontato per la prima, e unica, volta la Bosnia-Erzegovina, era il novembre 1996, Edin Dzeko aveva poco più di dieci anni, sognava di essere Shevchenko e di lì a poco, con Andrij finito in rossonero, sarebbe pure diventato tifoso del Milan. Oggi è il capitano e l’uomo forte della piccola nazionale bosniaca, ha girato il mondo, ha segnato nei maggiori campionati europei, ha giocato con la maglia della Bosnia 102 partite, realizzando la bellezza di 55 reti, più i 72 nel City, gli 85 nel Wolfsburg, i 16 nel Teplice. E in più, Edin si porta dietro le 87 reti con la Roma. L’ultima, un’annata un po’ storta, per lui e per tutta la squadra. Un’annata fatta di nervosismo, di alzate di testa, fino a subire l’accusa di aver fatto, insieme ad altri, la fronda a Di Francesco. Che invece ha raccontato di aver ricevuto il messaggio più affettuoso proprio da Edin il giorno dei saluti. Nervosismo nato anche da un contratto che andava in scadenza tra un anno e che la Roma non aveva intenzione di rinnovare: per l’età del calciatore, 33 anni compiuti a marzo, e per l’ingaggio, che sfiora i cinque milioni. Dzeko ha aspettato e poi ha deciso che era il momento di non trattare più.
LE LUSINGHE – Nessuna cifra lo avrebbe trattenuto, ormai. E lui, ha ceduto alle lusinghe dell’Inter, mentre lo scorso anno aveva detto no al Chelsea, dove era finito il suo compagno di squadra Emerson, avversario di stasera con la maglia dell’Italia. Lo scorso anno eroe, quest’anno traditore. Il calcio va così, del resto Dzeko a Roma ha convinto una parte della tifoseria, altri sono rimasti legati a generi di attaccanti diversi da lui. Andrà da Conte, questo ormai sembra scontato e questo aumenta il rammarico di chi a Roma lo ha amato: lui ha raggiunto in ritardo il ritiro della Bosnia la settimana scorsa proprio per definire l’accordo con i dirigenti nerazzurri, ora aspetta solo che la Roma negozi la sua cessione, ottimizzando il costo del cartellino. Del resto il contratto tra Edin e la Roma non è scaduto, lui non è libero. L’accordo tra i club è nell’aria: c’è anche stato il tentativo di proporre Icardi nella trattativa, ma i costi non sono accessibili in questa fase.
CAPITANO – Stasera avrà ancora la fascia da capitano e la maglia del suo Paese, per lui sarà l’ultima gara che giocherà ancora da romanista, poi il futuro si chiamerà Milano. Per tutti, stasera, nelle formazioni ci sarà scritto: Edin Dzeko, As Roma. Saluterà Florenzi, i vari El Shaarawy, Zaniolo, Pellegrini, Cristante, Emerson, vicino a sé avrà l’amico Pjanic , poi il ct Mancini, suo allenatore nel City. Il ricordo di una Roma che si reggeva su Dzeko, che aveva rifiutato il Chelsea per amore di Roma e della maglia. Passato poco più di un anno, ma sembra una vita.