Evan Ndicka alla GdS: “Lo spavento di Udine è superato. Dovbyk? Fortissimo”
Evan Ndicka ha concesso un’intervista alla Gazzetta dello Sport in edicola oggi. Ve ne proponiamo un piccolo estratto:
Ndicka, come sono le sensazioni di questi primi giorni?
“Molto buone. Stiamo lavorando bene in Inghilterra, ma lo avevamo fatto anche a Trigoria. Sentiamo la vicinanza di proprietà e società, per noi questo è importante, esattamente come tutti i suggerimenti di De Rossi. Speriamo di essere pronti per la prima di campionato, a Cagliari”.
Siete pronti anche per competere ancora fino in fondo in Europa.
“Sono curioso di scoprire la nuova formula dell’Europa League, è una novità interessante. L’anno scorso abbiamo sfiorato la finale, quest’anno vogliamo fare il massimo. Ci riproveremo”.
Lei è oramai un punto fermo della difesa giallorossa, dove state provando cose diverse.
“Come reparto dall’inizio stiamo lavorando molto sulle uscite con la palla, ma anche senza, dove dobbiamo essere più alti ed aggressivi. De Rossi ci chiede di restare alti anche quando non abbiamo il pallone. Stiamo lavorando per essere sempre corti. Noi difensori, poi, dobbiamo saper ‘graffiare’ gli attaccanti quando entrano in possesso del pallone”.
Intanto, parlando di attaccanti, alla Roma è arrivato Dovbyk. Da difensore che ne pensa?
“Finora ci ho fatto solo 2-3 allenamenti, ma mi sono bastati per poter dire che è un centravanti fortissimo. Ne sono certo, come sono sicuro che siano forti anche Le Fée e Soulé, due tecnicamente molto validi. Sono certo che ci daranno una mano a fare meglio della scorsa stagione”.
Già, gli altri due acquisti top.
“Li stiamo aiutando a inserirsi nel gruppo. Io parlo francese e mi sto dedicando ad Enzo (Le Fée, ndr), mentre a Soulé ci pensano invece Dybala e Paredes, con cui Mati è amico da tempo. Ma questo è un ottimo gruppo, aiuta tutti ad integrarsi il prima possibile, anche Dahl, Ryan e Sangaré”.
Tornando a quanto successo a Udine, la paura è solo un ricordo?
“Assolutamente sì. Tra l’altro ne ho avuta davvero solo la prima settimana. Ma ora sto bene, mi sento a posto, fisicamente e mentalmente anche più forte di prima. Voglio ringraziare ancora la gente di Udine per la sensibilità, ma anche tutta l’Italia per la vicinanza che mi ha dimostrato. È una cosa che non scorderò mai e che mi ha fatto davvero piacere”.
Ma quando scende in campo le capita di pensare qualche volta a quanto successo in Friuli?
“No. Per me in questo momento è tutto come prima di quella gara: non sento dolore, né ho paura. Situazioni come quella aiutano a crescere. E per me ogni partita è come quelle precedenti ad Udine”.
È alla Roma solo da un anno, ma sembra già un leader.
“Mi sento importante, ma in questo gruppo siamo tutti dei leader. Intendo dire che un leader per me è quel giocatore che in campo fa di tutto per dare una mano alla squadra. E in questa Roma mi sembra di vedere che tutti si comportino così. È la scelta giusta, la mentalità che serve per andare avanti e fare una buona stagione. Non servono dei leader, dobbiamo esserlo tutti insieme”.
Per chiudere, questa squadra è più forte di quella della scorsa stagione?
“Questo non posso ancora dirlo, dobbiamo aspettare le partite vere, quelle che contano, ad iniziare dalle prime con Cagliari, Empoli e Juventus. Però posso dire che non ci manca niente per fare il salto di qualità. Stiamo lavorando per migliorare e raggiungere il nostro obiettivo. Che poi è arrivare a giocare la Champions League. Del resto siamo la Roma, i nostri obiettivi devono essere sempre molto alti, lo impone il nome del nostro club”.