IL MESSAGGERO – ANGELONI – Una vacanza per schiarire i pensieri, per sciacquare i bollori e per rimettere la (sua) vita al centro del villaggio, che non sarà più Trigoria. Francesco Totti domani spiegherà, ci dirà la sua e poi aprirà l’agenda degli impegni. Andrà a fare la risorsa per il calcio, altrove. Ci guardiamo indietro e pensiamo a Bruno Conti, quando litigò con Franco Sensi e stava per andare a lavorare in Federcalcio. Sono passati circa quindici anni, anche all’epoca un figlio di Roma stava per abbandonare casa. Poi non fu così, le cose tornarono al loro posto e Bruno ha continuato a scrivere la storia della Roma. Stavolta non c’è Sensi, c’è Pallotta, dall’altra parte non c’è Conti ma Totti: tra loro sempre la Federcalcio ad aprire le porte, ma stavolta a via Allegri si chiuderanno forse con Francesco all’interno. Sì, quella è una opzione, la più accreditata. Totti in Nazionale con un ruolo alla Gigi Riva, un uomo oltre l’immagine. Lui, per la Figc, è un volto da esportare nel mondo, il trait d’union tra la dirigenza e la squadra, lo stesso presidente Gravina ha mostrato sensibilità ad accogliere personaggi importati per la Nazionale.
CLUB ITALIA Va solo capito che nome avrà questo ruolo. Da capo delegazione (anche se qui in pole c’è Gianluca Vialli), a team manager, quest’ultimo incarico di Gabriele Oriali, pronto a tornare all’Inter. Un ruolo vicino a Roberto Mancini, suo vecchio idolo da campo e ora amico di padel. Se la Roma è stata casa sua per trent’anni, la Nazionale è stata la casa al mare. Con l’azzurro ha vinto un campionato del mondo e Totti è sempre stato un personaggio significativo per l’Italia azzurra. A tal punto che la Figc ha nominato lui e Vialli come ambasciatori di Euro 2020, visto che proprio Roma sarà protagonista con la cerimonia di apertura con partita inaugurale e un quarto di finale che si disputerà all’Olimpico. Così come, sempre Totti, è stato proposto come uomo immagine italiana del prossimo mondiale in Qatar, 2022. Quindi buono per una poltrona in Figc e in Fifa, per conto di Infantino.
LE CHIAMATE Francesco da domani sarà a disposizione dello sport italiano, non a caso il luogo scelto per comunicare l’addio sarà il Coni e lì c’è il suo amico Malagò, che saprà come indirizzarlo nell’immediato futuro. Totti resterà nel calcio, perché quello ama, ma intanto se lo litigano le televisioni, sia come opinionista/talent, sia per fiction e comparsate varie qui o là, come noto c’è in cantiere un film sulla sua vita. Non avrà problemi e non erano i soldi a trattenerlo nella Roma. Quelli ne riceverà tanti in qualsiasi ambito. Il problema è non sentirsi utile là dove lo è sempre stato. E’ un po’ il concetto espresso da Batistuta proprio ieri sul suo ritorno a Firenze. «Con Commisso ci siamo salutati e ci ho parlato. Per il momento è finito tutto lì, dipende cosa vogliono loro che io faccia, vivo in Argentina e mi dovrei spostare. Vediamo, io aspetto. Se mi chiamano vorrei essere utile, altrimenti restiamo così come siamo». Utile. Ciò che Totti non può più essere nella Roma. Lo sarà per tutto il resto.