10 Apr 2019In Rassegna stampa5 Minuti

Gerolin: «Cara Roma segui Ranieri e puoi riavere la Champions»

GAZZETTA – ZUCCHELLI – Udinese e Roma sono state le squadre che più hanno segnato la sua vita, oltre che la sua carriera. Manuel Gerolin ha giocato più di 100 partite sia con i friulani sia con la Roma, con cui vinse due coppe Italia e sfiorò uno scudetto e una Coppa Uefa. L’Udinese è il club con cui, da osservatore e poi da direttore sportivo, ha imparato i segreti della carriera dirigenziale e oggi, che il rapporto è terminato, si aggiorna: «Viaggio, mi tengo informato, imparo. In attesa della prossima occasione».

Magari potrebbe essere proprio a Roma, visto che i giallorossi cercano un direttore sportivo.

«E perché lo cercano? Massara è bravissimo e pronto per camminare con le sue gambe. E poi se, come leggo, Totti dovesse avere un ruolo operativo si creerebbe la situazione perfetta. Non vedo questa esigenza di cambiare».

A lei in ogni caso piacerebbe, anche se ora vive a Venezia e a Roma torna raramente?

«Sì, ma ho sempre bei ricordi. Per il resto, a chi non piacerebbe essere il d.s. di una squadra importante? Ma, ripeto, la Roma per me è a posto così».

È a posto anche l’Udinese? Lei Tudor lo conosce bene.

«Lo scelsi insieme alla famiglia Pozzo. Ha un carisma e una grinta incredibili, forse quello che ci voleva in questo momento. Mi dispiace, perché penso che l’Udinese abbia una rosa migliore di quello che dice la classifica. E non è neanche il primo anno».

Eppure fatica, secondo lei perché?

«Non lo so. E preferisco non aggiungere altro».

L’Udinese ha quattro punti sulla terz’ultima, la Roma è a meno uno dal quarto posto: la partita di sabato sarà delicatissima.

«L’Udinese dovrà faticare tanto, fino alla fine, ma credo abbia le potenzialità per salvarsi. La Roma vincendo a Genova si è rimessa in corsa, se i giocatori si guardano in faccia e seguono l’allenatore possono farcela. Per sabato vedo i giallorossi favoriti».

Oggi sarà un anno dalla partita vinta 3-0 con il Barcellona in Champions. Poteva e doveva essere un punto di partenza.

«Io capisco che i tifosi vogliano di più, soprattutto quelli della Roma. Io li ricordo come tra i più passionali del mondo. Mi fecero sentire amato fin dal primo istante. Ma la Roma in questi anni ha sempre fatto bei campionati, poi certo c’è la Juve che uccide tutti, ma non capisco perché venga descritta così in crisi».

Ha cambiato allenatore, però.

«Un cambio un po’ affrettato, anche se Ranieri ha l’esperienza giusta per aiutarli. E ci sono ancora parecchi punti in palio».

C’è un giocatore dell’Udinese che consiglierebbe alla Roma?

«Ce ne sono parecchi forti. Come dicevo prima, la rosa non è da ultimi posti, anzi. Ma non mettetemi in difficoltà, nomi non ne faccio».

Sarà difficile trattenere a fine anno gente come De Paul?

«Il ragazzo è bravo, a Udine poi si sta bene e i ragazzi hanno il tempo di maturare. Fine».

Sia l’Udinese sia la Roma vengono accusate di fare troppa compravendita di giocatori, faticando poi a costruire qualcosa.

«Dipende dagli obiettivi che uno si dà. L’Udinese ha sempre avuto questa filosofia e per tantissimo tempo, oltre ad essere abituata, è stata premiata dai risultati. A Roma il discorso è un po’ diverso, forse perché diversi sono i programmi e gli obiettivi».

Ci dice il ricordo più bello a Udine e Roma?

«A Udine senza dubbio l’esordio, quando ero un ragazzino di 19 anni che stava coronando il suo sogno. A Roma l’anno in cui abbiamo sfiorato lo scudetto nel 1986. Il finale è stato bruttissimo, con il Lecce, ma giocavamo davvero bene. Sapete una cosa? Eravamo forti…».