4 Ago 2019In Rassegna stampa2 Minuti

Gli strateghi. Quanti giochisti sulle panchine: è la grande svolta del calcio italiano

LA GAZZETTA DELLO SPORT – I grandi club sono indaffarati nella ricerca affannosa di top player nella speranza che siano poi decisivi. Presidenti e allenatori, però, dovrebbero avere più fiducia nelle idee e nel loro lavoro sapendo che i cosiddetti top player sono veramente decisivi solamente se giocano con e per la squadra a «tutto campo» e a «tutto tempo». Solo così traggono giovamento dall’organizzazione del gioco, dalla collaborazione di tutti e dalla sinergia che poi va ad elevare il loro livello a un punto dove nessuno mai individualmente potrebbe arrivare. […]

Ebbene, quest’anno sta succedendo qualcosa di nuovo. Le maggiori squadre italiane puntano su allenatori strateghi, tecnici che danno ai propri team uno stile e un’identità coraggiosa, collettiva ed offensiva, a prescindere dalla qualità dei singoli. Sono convinti di cercare il comando del gioco anziché lasciarlo agli avversari, pensano che così si aumentino l’autostima, il divertimento, la tecnica, l’evoluzione e la qualità dei propri calciatori. […]

Il gruppo degli strateghi è composto in generale da: Ancelotti, Andreazzoli, Conte, De Zerbi, Di Francesco, Fonseca, Gasperini, Giampaolo, Sarri e altri. […] Per questi allenatori il calcio non è un sistema di gioco, ma una filosofia in base alla quale chi vince non può disconoscere i valori. Il calcio si identifica con il concetto di squadra, che non disconosce la bellezza del gioco ma ne fa appunto un valore. La vittoria è importante, ma lo spettacolo la amplifica e aiuta la vittoria stessa.