LEGGO – SARTI – Venerdì 1° maggio sarà la Festa del Lavoro. Sabato 2 e domenica 3 potrebbe essere invece la Festa della serie A. Perché è su quel fine settimana che si appuntano le speranze di poter riprendere a giocare, coronavirus permettendo. Il futuro prossimo, per tutta l’Italia, resta pieno di incognite, ma il nostro calcio vuole provare a programmare.
Per la voglia di pensare positivo e per esorcizzare lo scenario peggiore, in particolare sul piano finanziario, ovvero quello di non ricominciare del tutto. «Ritengo che la serie A possa riprendere a giocare il 3 maggio, almeno questo è quello che speriamo. Valuteremo poi se a porte aperte o porte chiuse, dipenderà dalla situazione». Parole al Tg1 del ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, corroborate dalle dichiarazioni a Radio24 del presidente della Figc Gabriele Gravina: «Non prendo in considerazione un piano di estrema crisi, mi preoccuperebbe per il nostro Paese. Spingiamo sull’acceleratore dell’ottimismo. Lavoriamo sull’ipotesi di ripartire il 2 maggio e completare i campionati, eventualmente sforando a luglio se non dovessimo farcela al 30 giugno».
Dopo il rinvio dell’Europeo al 2021, sarà un puzzle con Champions ed Europa League, con incastri sempre più difficili più andrà avanti nel tempo la fine dell’emergenza sanitaria. «L’Uefa ha previsto come ultimo step di ripresa il 13 giugno», ha detto anche Gravina. A quel punto final-four o final-eight per le coppe sarebbero inevitabili. Così come playoff e playout in A, si fosse obbligati ad attendere sino oltre la metà di maggio. Si cercherà di giocare anche (e soprattutto) per limitare i problemi economici. «Sino a 700 milioni di danni effettivi in caso di blocco dei tornei», ha sottolineato Gravina. Che per l’eccezionalità della situazione, ha anche parlato di «emergenza che vale per tutti. Non può essere un tabù parlare di tagli agli stipendi». Un invito ad affrontare il tema raccolto dai numeri uno dell’Assocalciatori Damiano Tommasi («Vedremo cosa fare») e dell’Assoallenatori Renzo Ulivieri («Parliamone tutti insieme»). Un plauso generale è giunto dal presidente del Coni Giovanni Malagò: «Quella di Gravina mi sembra un’analisi lucida. Il 2-3 maggio? Nella complicazione generale c’è una luce in fondo al tunnel».
Sulla ripresa degli allenamenti è stato infine ribadito il «no prima del 3 aprile» dall’ex responsabile sanitario azzurro Enrico Castellacci, ora a capo della Libera associazione medici italiani del calcio.