IL TEMPO – CARMELLINI – Il calcio ci prova, avanti adagio, cercando la quadra per tornare in campo. L’incontro virtuale di ieri in Federcalcio è servito a immaginare delle linee guida per la ripresa del calcio, o comunque intanto degli allenamenti, ma anche delle partite che si potrebbero iniziare a giocare alla fine del mese di maggio. Queste indicazioni, supportate da tutte le specifiche tecniche del caso, verranno “impacchettate” dal presidente della commissione medico scientifica Zeppilli, consegnate al numero uno della Figc Gravina e spedite ai ministri dello sport Spadafora e della salute Speranza affinché facciano le loro valutazioni e decidano poi se la strada è percorribile. Perché è chiaro che nulla si può muovere in questa situazione senza l’ok del governo.
Insomma, la serie A potrebbe ripartire e probabilmente farlo prima della B e della C: almeno questa è la proposta lanciata dalla Federcalcio nel corso della riunione che si è svolta ieri mattina con la commissione medico scientifica incaricata di stilare un protocollo da seguire per poter riavviare l’attività sportiva in piena sicurezza dopo l’interruzione per la pandemia. Una proposta studiata assieme a uno staff di tutto rispetto formato da esperti di livello assoluto. Gravina come sempre resta ottimista sulla possibilità di far ripartire il calcio in sicurezza. “E’ fondamentale in questa fase mettere a punto le migliori procedure possibili per riprendere l’attività quando ripartirà tutto il Paese. Lavoriamo senza fretta, ma senza sosta per farci trovare pronti quando le istituzioni ci daranno il via” ha detto il presidente della Figc.
Si tratta in soldoni di un protocollo, ispirato ai principi di semplicità, fattibilità e attendibilità, che prevede una serie di prescrizioni e raccomandazioni per l’individuazione e la conservazione di un “gruppo squadra” formato, oltre che dai calciatori, anche dallo staff tecnico, dai medici, dai fisioterapisti, dai magazzinieri e dal personale più a stretto contatto con i calciatori, che risulti completamente “negativo”. Il lavoro della Commissione raccomanda il ritiro chiuso almeno per il primo periodo di allenamento (vedi preparazione estiva), propedeutico alla piena ripresa dell’attività e con la sorveglianza del medico sociale e/o del medico di squadra. II ritiro sarà preceduto da uno screening (72-96 ore prima di iniziare) a cui si dovrà sottoporre tutto il “gruppo squadra”. Tali indagini prevedono, oltre all’esecuzione del test molecolare rapido e del test sierologico, un’anamnesi accurata, una visita clinica ed esami strumentali e del sangue. Poi, come se non bastasse, il protocollo prevede la completa sanificazione del luogo dell’allenamento (Centro Sportivo, palestre, spogliatoi e alberghi qualora i club non abbiano una sede per il ritiro), e si incentrerà sulla gestione del ritiro. Insomma sara tutt’altro che semplice tornare in campo e comunque nulla sara più come prima. Ancor più difficile pensare al secondo step, quando a fare il grande rientro toccherà alle serie B e C che con budget molto ridotti saranno alle prese con problemi, anche logistici, non indifferenti.
Problemi palesati anche in Germania dalla Bundesliga che era stata la prima a provare a ripartire. Il governo tedesco ha annunciato di aver prolungato le misure restrittive per il contenimento della diffusione del coronavirus fino al 3 maggio. A questo punto l’assemblea di Lega programmata per il 23 aprile dovrà annunciare un’ulteriore sospensione del campionato, al momento bloccato fino al 30 di questo mese. La ripresa sarà comunque a porte chiuse: vietati infatti i grandi assembramenti fino al 31 agosto. Ma dal mondo del calcio arrivano anche buone notizie: sono guariti Matuidi e Rugani che hanno effettuato, come da protocollo, il doppio tampone per il coronavirus. Gli esami hanno dato esito negativo, i giocatori non sono più sottoposti al regime di isolamento domiciliare e alla Juventus a questo punto non resta che recuperare Dybala.