IL MESSAGGERO – Oggi è atteso con suo figlio Ryan in tribuna all’Allianz Stadium di Torino per Juve-Roma. Potrebbe essere la sua prima uscita pubblica da futuro proprietario del club giallorosso per Dan Friedkin. La trattativa con James Pallotta è in dirittura d’arrivo: domenica 26 scade il termine scritto nel contratto di esclusiva di fine dicembre per sottoscrivere il signing, cioè l’accordo che poi deve essere trasformato in closing, al verificarsi di una serie di condizioni.
E’ quasi certo che ci sarà una proroga .In più in questo negoziato bilaterale tra venditore e acquirente c’è il progetto dello Stadio a Tor di Valle, da qualche settimana di proprietà di Radovan Vitek, immobiliarista ceco proprietario del gruppo Cpi che ha rilevato il complesso ex Parnasi, con la sponda di Unicredit, banca creditrice. Anche se i due negoziati sono separati, Friedkin vorrebbe la garanzia che insieme alla squadra potrà acquistare anche il nuovo impianto sportivo. In questo senso, sembra che lo stesso Friedkin, in Italia in questi giorni, attraverso i suoi legali abbia già riallacciato i contatti con i consulenti di Vitek.
La trattativa sulla maggioranza della Roma deve superare gli ultimi step. Si sta concludendo la due diligence per confermare o meno il prezzo pattuito: 705 milioni di euro, al lordo del bond da 275 milioni, di altri 60 milioni circa di oneri e altre spese per ia costruzione dello Stadio versati da Pallotta. Da ieri i consulenti Goldman Sachs per il venditore e JpMorgan per l’acquirente stanno dipanando uno dei nodi cruciali: As Roma Spv Llc, la scatola americana di Pallotta che detiene tramite Neep Holding l’83% del club, ha fatto un prestito-soci di circa 100 milioni alla Roma calcio. In questo caso influirà sull’assegno da staccare a favore di Pallotta, che esce completamente di scena. Non è l’unico nodo da risolvere: risultano anche divergenze su alcuni contratti del parco calciatori della società.