LA REPUBBLICA – Ieri è arrivata la benedizione del presidente Figc, Gabriele Gravina. La Juventus, con l’accordo per la riduzione degli ingaggi, detta una linea a cui guardano tutti i club europei.
La Juve si è mossa per ragioni evidenti: essendo quotata in Borsa doveva mandare un messaggio rassicurante agli investitori. Oggi la performance del titolo sarà il termometro della bontà dell’operazione. È probabile che le prime a seguire saranno Roma e Lazio, a loro volta quotate, poi a cascata le altre. Compresi quei club (Genoa, Sampdoria, Torino su tutti) che ancora devono pagare ai giocatori gli stipendi del mese di febbraio.
Oggi la Lega di A comunicherà all’Aic che, se non si tornerà a giocare, gli stipendi da marzo a giugno saranno congelati. Un segnale univoco ai giocatori, per dissuaderli dall’intraprendere azioni legali contro i club. L’Aic chiede due cose: che il taglio sia al massimo di due mesi e che parte dei soldi risparmiati sia reinvestita nel sostegno a campionati minori e calcio femminile.