IL TEMPO – AUSTINI – Una vigilia che più surreale non si può. Siviglia-Roma, andata degli ottavi di Europa League in programma domani sera in Spagna, è passata nel giro di due giorni da una partita «normale», da giocare col pubblico, a gara a porte chiuse e, da ieri, persino in dubbio. Il governo iberico ha infatti bloccato dalla mezzanotte i voli da e per l’Italia a causa dell’emergenza coronavirus, impedendo di fatto alla comitiva giallorossa di partire verso Siviglia. E lo stesso problema lo avrebbe il club andaluso per la gara di ritorno, fissata giovedì 19 all’Olimpico, sempre senza tifosi. Idem per il Getafe, atteso dall’Inter a Milano, e per il Napoli che la settimana prossima deve giocare a Barcellona (anche il Camp Nou chiuso al pubblico) nel ritorno degli ottavi di Champions.
Nel provvedimento delle autorità spagnole sono previste delle deroghe per voli speciali, ma non per i charter delle squadre di calcio. Sono dovute quindi intervenire Figc e Uefa, si sarebbe speso in prima persona anche il presidente Ceferin per provare a garantire un «pass» speciale alle squadre impegnate nelle coppe, intercedendo col governo di Madrid. La Roma ha il suo volo fissato per oggi alle 15.30 da Fiumicino, dopo l’allenamento, con una spedizione di persone ridotta all’osso rispetto al solito e senza conferenze stampa organizzate, ma fino a ieri sera non sapeva ancora se la partenza sarà autorizzata. Scartate le ipotesi di fare scalo in un altro Paese prima di atterrare a Siviglia, non resta che attendere le decisioni calate dall’alto. Di sicuro l’Uefa ha sottovalutato il problema, pensando che fosse solo una situazione specifica italiana.
Ha deciso di continuare a far giocare i suoi tornei, continua a confermare la disputa dell’Europeo in estate mentre i campionati nazionali intanto si fermano: hanno iniziato in Svizzera – dove non si giocherà neppure Basilea-Eintracht di Europa League – ora è il turno della Serie A e presto, a causa di un contagio di Covid-19 sempre più esteso ovunque, toccherà ad altri. La posizione di Fonseca riassume quella della Roma tutta. «La salute – ha spiegato il tecnico lunedì ai media spagnoli – conta più del calcio. Le decisioni non dovrebbero essere prese solo dai rispettivi campionati, ma in collaborazione con la Uefa. Non possiamo fermarci nel campionato italiano e poi giocare un Valencia-Atalanta, per esempio. Il coinvolgimento della Uefa sarà molto importante per tutti i campionati». Chissà quando se ne accorgeranno anche Ceferin & Co..