IL MESSAGGERO – TRANI – Il sorpasso è doppio. Sulla Lazio e sul Milan. La Roma, vincendo 3 a 2 contro il Torino all’Olimpico, si addormenta (un po’ pure in campo) al 4° posto e quindi in zona Champions, aspettando le partite delle rivali in trasferta, i biancocelesti (-1) stasera al San Paolo contro il Napoli e i rossoneri (-2) domani pomeriggio a Marassi contro il Genoa. Il peso del verdetto di questo anticipo, insomma, si vede subito in classifica. Il valore della prestazione, invece. è da analizzare. Ci penserà Di Francesco che, nonostante l’assenza di diversi titolari, festeggia comunque sotto la pioggia il 4° successo consecutivo (il 3° in campionato) che conferma la lenta e al tempo stesso evidente crescita del gruppo. I giallorossi, soffrendo e lottando, sono di nuovo protagonisti. Per spirito e qualità.
VIRATA GENERAZIONALE – La Roma, insomma, non sbaglia la partenza nel girone di ritorno. È ancora diversa, mai la stessa formazione nelle 27 partite stagionali. E mai così giovane da quasi 2 anni: età media di poco superiore ai 25 anni. Mancano Florenzi, Jesus, de Rossi e Perotti. Gente d’esperienza e di sostanza, come Nzonzi che resta in panchina. Il 4-2-3-1 è chiaramente offensivo. Rientra Manolas accanto a Fazio, ma sulle fasce attaccano i terzini Karsdorp e Kolarov. I centrocampisti sono 3 trequartisti, ma Cristante e Pellegrini fanno i mediani, con Zaniolorifinitore. E gli esterni alti Under e Kluivert raramente rientrano. Davanti Dzeko che gioca per la squadra. E, in proprio, per ritrovare la forma prima del gol. Si ferma subito Under, dentro El Shaarawy, con Kluivert a destra. Pure il Torino è in emergenza: Mazzarri va sul sicuro con il 3-5-1-1. Ma i giallorossi non sbandano sulle ripartenze. L’unica, a fine 1° tempo e sul 2-0, è dell’ex Iago Falque: palo esterno. Nessun rischio fino a quel momento per Olsen. I granata, invece, capiscono che la serie positiva in trasferta (12 match, con gli ultimi 2 dello scorso torneo), sta per finire. Zaniolo, fermato da Sirigu, riconquista palla e da terra indirizza la partita. Entra in scena Shaarawy. E, coinvolgendo Karsdorp che lo lancia in profondità, conquista il rigore per il raddoppio, fallo di Sirigu poi spiazzato da Kolarov (già 5 gol).
SPINA STACCATA – Il 1° tempo della Roma convince per il dinamismo degli interpreti. Che sono spigliati. E pericolosi sulle palle inattive. Il gol di Zaniolo, sempre con Rincon addososo, sboccia dalla punizione di Kolarov che sistema l’assist sul piattone di Fazio. La ripresa sembra in fotocopia. Dzeko, però, fa cilecca davanti a Sirigu. Mazzarri rilancia. Doppio centravanti: fuori Iago Falque e dentro Zaza per svegliare Belotti. Aina sfrutta la stanchezza di Karsdorp, Rincon e Ansaldi spingono su Cristante e Pellegrini in stand by. Olsen prende 2 gol da fuori: lento sul destro a giro di Rincon e sorpreso dalla finta di Parigini su quello tagliente di Ansaldi. I giallorossi, come con il Chievo e il Cagliari, si fanno rimontare 2 reti: 2-2. Ancora convalescenti. Interviene Di Francesco: Schick accanto a Dzeko. Fuori Kluivert, svagato a destra. Dove va Zaniolo senza fare una piega. Imbucata d’autore di Pellegrini: El Shaarawy fa centro e resta il capocannoniere del gruppo con 6 gol nel pomeriggio in cui ne conta 50 in A: 3-2 e miglior attacco in casa (27 reti). Ora Santonper Karsdorp e l’equilibrio. E Berenguer per Lyanco e il 4-2-4 granata, ma Belotti spreca la chance del pari e si dispera. Dzeko, invece, esulta e abbraccia Schick. Il centravanti titolare non segna in campionato, solo 2 gol, dal 6 ottobre. E all’Olimpico dal 28 aprile. Mai successo di vederlo steccare per 9 partite di fila del nostro torneo. Eppure, per la serenità e la presenza, dà l’impressione che il bello, per lui e la squadra, debba ancora venire.