LA GAZZETTA DELLO SPORT – Unità ritrovata. Due votazioni superate all’unanimità: venti su venti, come in Lega non succedeva da tempo. I club di Serie A si ricompattano in vista dell’appuntamento di oggi con il governo, a cui si vuole offrire un’immagine di solidità.
Lo stesso vale sul fronte dei diritti televisivi: solo un gruppo coeso può replicare con fermezza alle richieste dei licenziatari tv.
C’è stato un sì alla ripartenza, ma condizionato. Sarà l’emergenza sanitaria a dettare le condizioni della ripresa e soprattutto dovrà essere il Governo a indicare la strada ai club. Il Ministro Spadafora, che oggi ha convocato tutte le componenti del movimento per un punto della situazione, probabilmente sceglierà di prendere altro tempo prima di dettare una linea ufficiale. L’idea espressa pubblicamente due giorni fa non verrà stravolta: «Oggi non do per certi né l’avvio del campionato né degli allenamenti il 4 maggio». Di fronte al Governo la Serie A ha l’esigenza di riproporsi di nuovo unita, in nome di un interesse comune: la sopravvivenza stessa del sistema.
L’esecutivo Uefa di domani ribadirà la volontà di portare a termine le competizioni. Mentre alla Federazione e agli altri organi competenti i club hanno già chiesto rassicurazioni, in un documento condiviso da molte società e articolato in diversi punti. Dall’attuazione dei protocolli sanitari (nel rispetto delle «ragionevoli stime» di disponibilità dei sistemi di monitoraggio) fino alla definizione preventiva delle date del calciomercato, che dovranno essere necessariamente rimodulate.
Altro fronte su cui i club si sono trovati concordi all’unanimità è quello dei diritti tv. Tema all’ordine del giorno era “la fatturazione e il pagamento della sesta rata” della stagione, prevista da contratto per il primo maggio. Alle richieste dei licenziatari (Sky, Dazn, Img) i club si sono negati. Le istanze riguardavano possibili sconti o dilazioni: le società hanno replicato con l’invito a rispettare i contratti in essere.
La partita si è accesa soprattutto con Sky, che all’attenzione dell’assemblea ha inviato una lettera in cui prospettava il doppio scenario: in caso di ripresa o di stop definitivo, con sconto proporzionato. Taglio che i club avrebbero dovuto nel caso riconoscere anche agli altri licenziatari per un mancato incasso di 210 milioni nel primo caso, 440 nel secondo. Da qui il no delle società mentre Sky punta a riprendere il dialogo e chiarisce la che la lettera si inserisce nel solco del dialogo costruttivo con la Lega, che continuerà alla ricerca di una soluzione reciprocamente utile in vista delle prossime scadenze.