LA REPUBBLICA – PINCI – L’ultimo schiaffo a Salvini l’ha assestato la Federcalcio. Il rischio però è che sia lo stesso Ministro dell’Interno a disinnescarne l’effetto. La dichiarazione di guerra ai razzisti della Figc s’è materializzata nella norma proposta da Gravina nel vertice con le istituzioni a inizio gennaio.
Dal Consiglio federale è arrivato il via libera alla modifica dell’articolo 62 delle Norme organizzative interne che anticipa lo stop alle partite in caso di cori razzisti: quando verranno ravvisati, il primo annuncio dell’altoparlante dello stadio verrà diffuso a gioco fermo e con le squadre riunite a centrocampo. Al secondo annuncio, quindi verosimilmente al secondo “ululato”, tutti negli spogliatoi. E per queste sospensioni – ovviamente temporanee – l’indicazione potrà arrivare anche soltanto dai delegati della procura federale, rendendo di fatto l’arbitro un mero esecutore di decisioni prese da chi è a bordo campo per vigilare. Il problema è che i poteri del calcio finiscono qui. Per la sospensione definitiva della partita infatti servirà sempre e comunque l’intervento dei delegati alla pubblica sicurezza.
Che ovviamente fanno riferimento – indirettamente – al Viminale, ossia proprio a Salvini. Insomma, il rischio che tutto cambi perché tutto resti com’è è forte. E a dimostrarlo è la frase sprezzante con cui il ministro ha accolto la mossa del presidente federale Gravina: «Facciamo la scala Richter dei “buu”? Dai, non facciamo ridere», la sua presa di posizione, ignorando forse che la procedura è quella internazionale, prevista dalla Fifa e dall’Uefa, che proprio per il caso Koulibaly – da cui è nata la riforma – aveva bacchettato l’approccio italiano. Tutt’altro atteggiamento però ha Salvini quando ci sarebbe da denunciare usi ignobili come i soliti cori contro Napoli ascoltati a San Siro e da parte di alcuni tifosi del Milan: «Ho guardato la partita senza volume». Anche a Firenze ieri molti hanno fatto finta di non sentire altri “buu”, al portiere Lafont, da parte di alcuni ultrà romanisti.
La modifica delle norme è la vetrina di un lavoro di riforme che corona i primi 100 giorni della gestione Gravina, intervenuto con forza anche sulle società insolventi (chi non pagherà 2 bimestralità di stipendi sarà subito escluso) e pure sulla situazione di club come Pro Piacenza o Matera: se non verseranno i 300mila euro delle imminenti multe per il pasticcio delle fideiussioni irregolari, saranno escluse: anche a campionato in corso.