LA REPUBBLICA – PINCI – Hanno fatto la loro comparsa su alcuni profili social nella mattinata di ieri: adesivi, forse volantini, rivendicati da un gruppo romanista e con chiari riferimenti antisionisti: “Lazio, Napoli, Israele, stessi colori, stesse bandiere, mer…e”. È bastato poco perché, a quindici mesi da quegli adesivi con Anna Frank vestita della maglia della Roma attaccati in curva Nord da ultrà laziali (12 a processo e daspati), si evocasse la vergognosa “risposta” di tifosi giallorossi. Il messaggio è firmato dal gruppo “Balduina Roma”, un quartiere di Roma nord. L’unica risposta dalla società giallorossa è quella del presidente James Pallotta, dagli States: «Tutti sanno che la Roma contrasta e combatte ogni forma di razzismo e antisemitismo», il messaggio affidato dal numero uno a Repubblica. Non l’unico: dalla «ferma condanna» della sindaca Virginia Raggi allo sdegno di Ruth Dureghello, presidente della comunità ebraica: «Quei volantini sono un’ulteriore dimostrazione che razzismo e antisemitismo nel calcio non hanno colore. Temo, come sta avvenendo in questi giorni, che spesso si parli di razzismo nello sport senza la volontà di risolvere definitivamente la questione». Se la Lazio fu sanzionata con una multa dai tribunali della Figc (50mila euro) per gli adesivi di Anna Frank, la Roma non rischia nulla di simile: l’episodio non si è verificato allo stadio e non è competente la giustizia sportiva. O almeno questo è il sospetto, anche se dietro gli adesivi è quasi nato un “giallo”. A tutto ieri, dei volantini non erano state trovate tracce. Le forze dell’ordine non hanno ricevuto segnalazioni né sono riusciti a individuare sui muri della città alcun adesivo simile. Nemmeno vicino al bar ritrovo degli ultrà romanisti. La polizia postale indaga per risalire al primo profilo che abbia messo in rete l’immagine, fino a ora unica testimonianza di questo orrendo messaggio a tinte giallorosse. Anche perché il gruppo “Balduina” in Curva Sud non si vede da almeno 10 anni. Anche negli ambienti del tifo organizzato romanista la novità non è stata accolta bene, in un momento in cui le attenzioni sui gruppi ultrà sono altissime dopo i fatti di Milano e la morte del tifoso del Varese Daniele Belardinelli. L’Osservatorio sul pregiudizio antiebraico ha registrato 111 casi di antisemitismo nel 2017, a cui aggiungere i 130 del 2016: se calano le aggressioni, anche grazie all’incremento della sicurezza e della prevenzione, aumentano sensibilmente i profili e i gruppi antisemiti su Facebook. Dove messaggi simili proliferano ogni giorno.