L’avvocato Pellegrini: «Stadio, si può andare avanti il Comune non cerchi alibi»
LA GAZZETTA DELLO SPORT – Gianluigi Pellegrino, 51 anni, uno dei massimi avvocati amministrativisti d’Italia. Capace, per intenderci, di andare in rotta di collisione (e vincere) con gli interessi di personaggi come Berlusconi, De Luca, Alemanno e tanti altri che la parabola del potere mette in vetrina e poi offusca.
Pellegrino, a Roma tiene banco la vicenda giudiziaria legata al nuovo stadio di Tor di Valle, anche se il p.m. Ielo dice che la procedura per la costruzione dell’impianto non è stata toccata dalle indagini.
«Ed infatti, si può andare avanti nell’iter. Occorre tenere distinti i reati penali dalle norme amministrative e dalle responsabilità politiche. I magistrati valuteranno se gli atti contestati integrino condotte corruttive proprie o improprie. Nel primo caso gli episodi di corruzione avrebbero generato degli atti illegittimi, nel secondo – cioè nel caso di interventi per velocizzare atti che comunque potevano essere approvati – la questione è diversa. Facciamo un esempio: se ho diritto a ottenere il permesso di costruire un balcone a casa mia ma faccio un regalo al funzionario che deve rilasciarlo perché faccia più in fretta, sono perseguibile ma continuo ad avere il diritto di ottenere quel permesso».
La Roma, avendo già ottenuto la «pubblica utilità» e il via libera da parte della Conferenza dei Servizi, minaccia di fare causa per danni al Comune, qualora si arrivasse a uno stop del progetto.
«Secondo me non avrebbe diritto a ricevere danni perché ancora la variante non e’ stata approvata ne’ tanto meno firmata una Convenzione Urbanistica. Al massimo, potrebbe ricevere un indennizzo per una parte delle spese sostenute finora (75 milioni, ndr), ma anche qui andrebbe considerato il rischio d’impresa del proponente. Per pagare i danni ci vogliono contratti già firmati, come – per intenderci – per la Tav Torino-Lione».
Eppure la sindaca Raggi ha parlato di penali da pagare se si sospendesse l’iter.
«Guardi, è tutta una ricerca di alibi. La questione è solo politica. Visto che lo stadio è fuori dall’inchiesta, l’amministrazione ha tutto il diritto di andare avanti e concedere i permessi per la costruzione. Ma se ne deve assumere la responsabilità. In questo modo, invece, è come se dicesse: “Devo a forza mangiare questo piatto di pasta”. No, se lo mangi è perché ti piace, non perché se non lo fa ti succede qualcosa. Chiaro, no?».