Le intercettazioni choc sul ponte di Traiano: «Se non si fa sarà il caos, ma non devi dirlo»
IL MESSAGGERO – ALLEGRI – Luca Parnasi che esulta cantando per l’approvazione della delibera che dà il via al progetto dello Stadio. Gli ammonimenti al collaboratore che fa notare che, con l’eliminazione del Ponte di Traiano, la città sarebbe sprofondata nel caos e i romani diretti a Tor di Valle sarebbero rimasti imbottigliati nel traffico: «Vabbè, ma questo tienitelo per te». Mai come nel caso dell’affaire Tor di Valle, le intercettazioni sono state profetiche. Perché oggi, due giorni dopo l’annuncio della sindaca Virginia Raggi – «lo stadio di farà» – e dopo l’allarme lanciato Politecnico di Torino per il rischio «caos» ed esito «catastrofico» per la mobilità, permettono di ricostruire passo per passo gli inganni e i sotterfugi che il gruppo Parnasi, per l’accusa, ha messo in atto pur di raggiungere l’obiettivo, stroncato dall’esplosione dell’inchiesta lo scorso giugno. Uno su tutti: la sparizione dal progetto del Ponte di Traiano, arrivata quando i nuovi inquilini del Campidoglio ridussero le cubature del masterplan e Parnasi ottenne, in cambio, di non dovere più realizzare a sue spese il passaggio sul Tevere, strategico per lo smaltimento del traffico.
LE INTERCETTAZIONI È tutto scritto nell’informativa finale dell’inchiesta sul giro di corruzione dietro alla realizzazione del Nuovo stadio della Roma. Giugno 2017, viene approvata la delibera di pubblico interesse, che comporta una «significativa riduzione delle cubature con un conseguente taglio delle opere pubbliche – annotano i carabinieri del Nucleo investigativo – sono stati ridotti i fondi per il prolungamento della metro e per gli interventi della Roma-Lido». E, soprattutto, «è stato eliminato il Ponte di Traiano, che consentiva un collegamento veloce con l’autostrada Roma-Fiumicino». Nelle carte si legge che «Parnasi e i suoi accoliti recepiscono con soddisfazione l’approvazione». Non sono delusi dal taglio delle cubature, «ampiamente compensato dall’eliminazione dei costi per la realizzazione delle opere». Parnasi telefona a Mauro Baldissoni, vicepresidente esecutivo della Roma, «è talmente entusiasta dell’esito della seduta che lo riferisce a Baldissoni cantando», si legge negli atti.
LA RIUNIONE Ma l’intercettazione clou è precedente e risale al febbraio 2017. Il manager di Eurnova, Luca Caporilli, è al telefono con un collega. Parlano di una riunione prevista il 24 del mese tra esponenti del gruppo Parnasi, vertici del Campidoglio e manager dell’As Roma. Caporilli gli dice di portare tutte le simulazioni fatte, «è veramente importante, dovete venire con tutte le simulazioni senza ponte, con il ponte, che succede se fanno il ponte, tutto quello che c’hai». Il 24, mentre la riunione è in corso, Caporilli contatta il collaboratore e si allontana dalla stanza. «Disquisiscono delle parafrasi da utilizzare con il Comune per comunicare loro l’esito negativo delle simulazioni», annotano gli investigatori: lo scopo è dimostrare che il Ponte non è necessario. L’interlocutore accenna però ai problemi di viabilità che si creerebbero con la cancellazione dal progetto. Ma Caporilli è categorico: «Questo tienilo per te». Una frase che ripete addirittura quattro volte. «Levando il ponte sul Tevere quello che si viene a creare è che sulla via Del Mare…», prova a dire il collaboratore. «Tienilo per te, tienilo per te, porta questo e tieni per te quello», replica il manager. «Si crea caos di nuovo sulla Roma Fiumicino», aggiunge l’altro. «Però possiamo dire che con la riduzione si dovrebbe risolvere…», incalza Caporilli. «Eh no, perché se io riduco…», la risposta. E arriva il secondo ammonimento: «Va beh però questo tienitelo per te no? Dico io… è critica la cosa o è…». E lui risponde: «L’autostrada Roma Fiumicino torna com’è allo stato attuale… vanno a riprendere poi la via Ostiense e via Del Mare sul ponte dei Congressi». Il 28 febbraio, la Raggi brinda al patto con Parnasi e Pallotta. In giugno, l’approvazione della delibera.
Poco più di un mese dopo, si aprono altre questioni, come l’introduzione di una variante urbanistica. Si torna a parlare del Ponte di Traiano. Come sempre, il gruppo si rivolge all’avvocato Luca Lanzalone, consulente di punta della sindaca. L’8 agosto 2017, nel corso di una conversazione dedicata a un parere del Ministero dei Trasporti, in cui si afferma che «la mancata realizzazione del ponte di Traiano costituirebbe un ostacolo per l’autorizzazione dell’intera opera», Baldissonidice a Caporilli di stare tranquillo: Lanzalone gli ha assicurato che il parere non bloccherà il progetto. «Non è il sindaco e non è un politico, ma, ripeto, lì mi sembra che alla fine sia quello che indirizza le soluzioni pratiche», aggiunge. «È lui che ha risolto lo Stadio!», dirà soddisfatto Parnasi poco tempo dopo. E, ancora oggi, del Ponte non c’è traccia nel progetto.