L’ex fisioterapista della Roma Mei: “Nicolò è tosto, recupero possibile”
LEGGO – I l crack di Zaniolo ha portato, come accade spesso in questi casi, a riflessioni e pure qualche polemica. Umberto Mei, fisioterapista che ha lavorato con la Roma tra il 2007 e il 2013 e con la Lazio nella stagione passata, oggi segue tantissimi giocatori professionisti della capitale e non nel suo studio. E ci spiega l’iter di recupero di Nicolò aprendo una piccola, grande speranza.
L’infortunio di Zaniolo ha scosso tutti. Ma secondo lei può farcela per l’Europeo in stile Totti 2006?
«I due infortuni sono completamenti diversi anche se i tempi sono gli stessi. Io sono possibilista sul recupero. La tempistica tradizione è sui 5-6 mesi, quindi siamo proprio al limite massimo visto che si gioca a metà giugno. Nicolò ha 20 anni e fisicamente sta benissimo. La precocità dell’intervento gli permette di non perdere molto a livello articolare. Di sicuro con lavori alternativi agiranno molto sulla parte atletica per mantenere buona la muscolatura e non perdere lo stato di forma. Può farcela, ma si potrà capire solo una volta che tornerà ad allenarsi in gruppo».
La muscolatura imponente del giocatore in questi casi è un aiuto o un limite?
«In fase di recupero aiuta molto perché dà sostegno al ginocchio. Sarà un aiuto importante per Zaniolo».
In molti hanno polemizzato sul campo reso pesante dalla gara di 24 ore prima della Lazio. Secondo lei i due infortuni a Demiral e Zaniolo dipendono anche da quello?
«Non concordo. Demiral è un trauma secco, casca e scende male. Poteva capitare sui qualsiasi superficie. Zaniolo poteva farsi male sulla finta o controfinta dopo una progressione di 45 metri, ma il crack è per un movimento sfortunato e non di certo per l’impatto col terreno. Il campo non c’entra nulla, almeno in questo caso».
La Roma ha subito 19 infortuni ai crociati negli ultimi 5 anni includendo pure i Primavera. Possibile sia solo sfortuna?
«Secondo me addebitare 19 ko di crociati solo a preparazione o campi è limitativo. Bisogna valutare caso per caso, i traumi sono diretti o indiretti. Piuttosto può dipendere dal movimento errato o sfortunato del giocatore. Pensate che io ho decine di pazienti che si frantumano il gomito cadendo dentro casa. E’ casualità. Sugli infortuni muscolari va fatto un discorso più lungo, ma lo staff di Trigoria è di altissimo livello dal punto di vista riabilitativo. Spesso i nuovi si rompono perché cambiano metodologia di lavoro e di carico, soprattutto chi viene dalla Premier».