IL MESSAGGERO – TRANI – L’Italia è sempre più vicina a Euro 2020. Il successo di Yerevan (1-3), in rimonta e anche sofferto, è il quinto di fila nelle qualificazioni (record) e blinda il primato nel gruppo J. Adesso gli azzurri, impegnati domenica sera a Tampere con la Finlandia (sempre seconda con 3 punti di ritardo dopo il successo casalingo contro la Grecia: 1-0, rigore di Pukki), puntano a conquistare la promozione all’Olimpico, il 12 ottobre, contro la nazionale ellenica. Mancini si tiene, dunque, stretto il risultato, ma al tempo stesso prende atto di quanta fatica abbia fatto il suo 4-3-3 contro l’Armenia che è al 98° posto del ranking Fifa. Sotto ritmo e impreciso il centrocampo, leggero l’attacco a parte Belotti e distratta la coppia dei difensori centrali. Decisivi i cambi, dentro Pellegrini e Sensi, per il ribaltone. Ancora di più la superiorità numerica alla fine del primo tempo.
PARTENZA TIMIDA – L’Italia entra male in partita. Il pressing dell’Armenia disturba Barella, Jorginho e Verratti. E crea pure qualche pericolo con il contropiede corto degli specialisti Mkhitaryan e Karapetyan. Barella, su palla corta di Chiesa, perde il contrasto e favorisce la ripartenza di Barseghyan. Karapetyan scappa a Romagnoli e Bonucci: diagonale e vantaggio. Gli azzurri stentano nella costruzione. E nella finalizzazione. L’unica conclusione nello specchio, prima del pari, è di Bernardeschi. Segna Belotti su cross di Emerson, sempre propositivo. Non basta: azzurri scontati e macchinosi. Bernardeschi, sinistro a giro, spizza la traversa. La partita, però, cambia nel primo minuto di recupero. Il centravanti Karapetyan, saltando accanto a Bonucci, colpisce il difensore con il gomito sinistro. Già ammonito, riceve dall’arbitro Siebert il secondo giallo. La punizione del tedesco è eccessiva. L’Armenia in dieci sbanda: Chiesa acchita il pallone a Belotti davanti alla porta. Liscio di destro e tocco involontario di sinistro per il rimbalzo sul fondo.
INTERVENTO IN CORSA – La Nazionale va all’assalto, usando i terzini Florenzi e soprattutto Emerson e alzando i centrocampisti Barella, Jorginho e Verratti. Partecipano Romagnoli e Bonucci. Mkhitaryan va a infastidirli, i compagni, invece, si abbassano nel 4-4-1. Gyowlbowdagyanc chiede agli esterni offensivi di allinearsi ai quattro difensori: dietro sono in cinque o addirittura sei, anche se Mkhitaryan riparte con continuità. Diventa pericoloso, sfruttando gli errori degli azzurri, frenetici e sciatti, nell’impostazione. L’Armenia segue il suo leader. Mancini si innervosisce in panchina: l’Italia non è abbastanza efficace, nonostante l’uomo in più. Il nostro ct interviene: ecco Pellegrini, entrando nel coro da sinistra, per Chiesa, Bernardeschi si sposta a destra. A metà tempo pure Sensi per Barella. Sono le mosse in risposta a quelle del collega che fa uscire Grigoryan e Barseghyan inserendo Hovsepyan e Adamyan. Le sostituzioni aiutano gli azzurri: Pellegrini taglia l’area da sinistra a destra e, su lancio di Bonucci, firma il sorpasso subito dopo la mezzora e festeggia la prima rete in azzurro. Sensi, invece, inizia l’azione del tris: verticalizzazione per Belotti che si gira e di sinistro colpisce il palo, ma la palla sbatte sulla schiena del portiere Hayrapetyan ed entra in rete. Pellegrini è presente, non solo sulla fascia. Ha l’occasione per il bis e, a seguire, prepara il poker per Belotti: gol, però, annullato per fuorigioco che non c’è. Il finale coinvolgente cancella l’inizio approssimativo. Intanto vince pure la Bosnia, ora terza con 7 punti: 5-0, in casa, contro il Liechtenstein. Gol e assist per Dzeko.