IL TEMPO – AUSTINI – Adesso si fa davvero sul serio. Senza margine di recupero. La Roma inizia un mese di fuoco, sette partite da domani con il Torino fino all’impegno del 18 febbraio in casa col Bologna che seguirà di sei giorni l’andata degli ottavi di Champions con il Porto, in mezzo anche i quarti di Coppa Italia in gara secca con la Fiorentina. Tutti gli obiettivi sono in ballo, è il momento in cui si cammina perennemente sul filo che separa una stagione positiva da una fallimentare, con la sola corsa al quarto posto che concede ancora tappe intermedie. Ma i 30 punti racimolati nel girone d’andata sono un bottino troppo magro per concedersi errori nel ritorno.
Il messaggio del «vietato sbagliare» sembra recepito dal gruppo, nonostante acciacchi e influenze varie che hanno fermato diversi giocatori e lo stesso Di Francesco. L’intensità degli allenamenti è aumentata in questo inizio di 2019, le facce sembrano diverse, la voglia di riscatto massima. Basta sentir parlare Kolarov: «Vedo la squadra carica – racconta il terzino sul match program di Roma-Torino – fisicamente stiamo in forma anche perché tutti si sono allenati durante la sosta. Vogliamo fare un bel girone di ritorno. Sapevamo di poter avere una flessione, la stagione scorsa è capitato a gennaio, stavolta prima . Abbiamo avuto tanti infortuni, questo ha permesso ai nuovi arrivati di giocare di più e sentire veramente cosa sia la responsabilità. Spero che con quelli che erano fuori, più i giovani che sono veramente bravi, possiamo arrivare nei primi quattro posti: era il nostro obiettivo sin dall’inizio». Gli fa eco Lorenzo Pellegrini: «Restare fuori dalla Champions sarebbe un’assurdità». Consapevolezza e voglia, il mix necessario per affrontare un altro ciclo decisivo. Le prossime tre di campionato sono scontri diretti d’alta classifica: dopo il Torino, ecco l’insidiosa trasferta di Bergamo dove tra le «grandi» sin qui ha vinto solo il Napoli nel finale, poi una sorta di spareggio con il Milan. Ma il calendario mette contestualmente di fronte la Lazio alla squadra di Ancelotti e alla Juventus, mentre il Napoli se la vedrà con il Milan. Insomma sfide che determineranno una nuova classifica e chi resta dietro avrà meno spazio per rimontare. La Coppa Italia è sulla carta l’unico trofeo alla portata dei giallorossi, ma il tabellone è in salita: bisogna espugnare Firenze il 30 e, salvo impresa dell’Atalanta nei quarti, eliminare la Juventus in due partite nelle semifinali. Il futuro in Champions passa invece – quattro giorni dopo la trasferta col Chievo – per la sfida del 12 febbraio in casa col Porto (ritorno il 6 marzo), dove vanno costruite le basi della qualificazioni. O, quantomeno, non compromettere tutto in partenza.