Lorenzo Pellegrini: «Se serve faccio anche il terzino. Io al Psg? Se lo sento, spengo la tv»
CORRIERE DELLA SERA – VALDISERRI – La sua carriera è cambiata lo scorso 29 settembre, quando ha segnato di tacco il gol nel derby che ha portato in vantaggio la Roma (e la partita è finita poi 3-1 per i giallorossi). Prima di quel giorno Lorenzo Pellegrini era un giovane di belle speranze che non aveva ancora convinto tutti. Dopo è diventato un giocatore totale, capitano della Roma del futuro, la cui clausola rescissoria di 30 milioni di euro è diventata un pericoloso invito per i suoi (tanti) estimatori. Lui, però, è rimasto con i piedi per terra e pensa solo a fare bene con la Roma.
“Quando sento il mio nome accostato al Paris Saint Germain spengo il televisore, prendo la macchina e vado a Trigoria ad allenarmi” dice il centrocampista a Sky.
In Coppa Italia è tornato a giocare davanti alla difesa: “Sono a disposizione del mister: con l’Entella ho fatto il mediano e mi sono trovato bene. Quando gioco “alto” sono più libero, ma in questo momento farei anche il terzino per la mia squadra. La cosa che apprezzo di più del ruolo di trequartista è che si deve pensare un po’ meno alla tattica, mentre il mediano deve fare da schermo e non far trovare buchi in mezzo al campo. Cercherò di abituarmici. I miei riferimenti? Quando abbiamo giocato contro il Real Madrid mi ha colpito tantissimo Modric”.
E in vista del girone di ritorno: “Bisogna migliorare ma, nonostante le difficoltà, io sono fiducioso: il quarto posto non è a rischio, sarebbe un’assurdità non arrivarci. Se potessi scegliere, però, mi piacerebbe giocare la finale di Coppa Italia, che è un nostro obiettivo, e ripetere la semifinale di Champions per la gioia dei tifosi: vedere la Roma disputare quella partita è stata un’emozione incredibile per tutti”.
In una squadra in cui la romanità è sempre stata presente, proprio i tifosi lo hanno individuato come l’erede ideale di Totti, De Rossi e Florenzi: “Rappresentare la propria città è una responsabilità bellissima. Un grande onore. Avere la fascia al braccio è un qualcosa in più e io lavoro insieme alla società per crescere”.