IL MESSAGGERO – CARINA – Nella vita ci sono dei treni che passano e sui quali devi essere bravo a salire in corsa. Gianluca Mancini li ha presi. Inizialmente quando in estate non avuto nessun dubbio a dire di sì alla Roma, nonostante altre lusinghe e il lunga tira e molla nella trattativa con l’Atalanta. Poi ha proseguito in stagione, quando Fonseca gli ha prospettato, in piena emergenza, un nuovo ruolo in campo: quello del mediano.
LA TRASFORMAZIONE – Il tempo fagocita tutto e in molti forse già non ricordano che Gianluca inizialmente ha fatto fatica. A tal punto che nel test considerato più importante nel pre-campionato, contro il Real Madrid, rimane in panchina. Prima (con l’Atletico Bilbao) e dopo (ad Arezzo, subentrando nella ripresa) aveva invece procurato 2 rigori consecutivi. E dopo esser partito fuori anche con il Genoa, aveva contribuito con Florenzi a regalare il 3-3 a Kouamé. Ne era seguita una ripresa poco convincente col Sassuolo, l’espulsione per doppia ammonizione a Bologna e un altro rigore causato da un tocco con la mano con il Cagliari. Bilancio sino al 6 ottobre (giorno del match con i sardi)? Inutile nasconderlo: bicchiere tendente al mezzo vuoto. Ci deve però essere un motivo se Flaubert, nel Dizionario dei luoghi comuni, al termine «bilancio» associa la definizione «mai in equilibrio». Perché sarà anche una frase fatta, ma mai come stavolta fotografa la trasformazione di Gianluca. Da zero a 100. Tre gare da mediano (Mönchengladbach, Milan e Udinese) e 270 minuti da migliore in campo. O quasi. E pensare che quello in gioventù era stato proprio il suo ruolo. Quando nel 2014 Montella lo convoca in ritiro con la Fiorentina, incrocia quello che all’epoca considerava il suo punto di riferimento: Pizarro. Sì, proprio il Pek, che a Roma ha lasciato un vuoto tecnico che ancora dopo anni non è stato colmato. È chiaro che Mancini non ha (e non avrà mai) i piedi del cileno. Tuttavia se poi si accorge di te anche il ct della Nazionale, convocandoti, e facendoti giocare terzino destro anziché centrale perché vuole che tu segua l’azione, significa che probabilmente hai un quid in più.
LA NUOVA SCOMMESSA – Fonseca è stato bravo a capirlo, ritagliando a Gianluca un ruolo che gli permette di essere nel vivo del gioco. Un po’ come già accadeva con Gasperini quando, benché laterale nella difesa a tre, era sempre coinvolto nella fase offensiva della squadra in qualità di vertice basso di una sorta di rombo laterale, completato dall’interno di centrocampo (De Roon), dall’esterno (Hateboer) e dalla punta del lato di competenza (Ilicic). Posizione in mediana nella quale a Udine è stato provato per qualche minuto anche Cetin. Terzino al debutto, con tanto di dribbling a Leao al primo pallone toccato all’Olimpico, centrocampista e poi di nuovo centrale a Udine. La squalifica di Fazio, è il treno che il turco aspettava. Dovrà essere bravo a prenderlo. Senza strafare. Per eventuali consigli: chiedere a Mancini.