Mani sulla Serie A: la scalata dei tycoon stranieri alla conquista del calcio italiano
LEGGO – SARTI – Da Thomas DiBenedetto nel 2011 a Rocco Commisso a inizio giugno. Tra i due italo-americani passa la vicenda delle attuali proprietà straniere delle società di serie A. Un drappello arricchitosi con l’acquisizione della Fiorentina, ceduta dalla famiglia Della Valle dopo 17 anni, da parte del magnate naturalizzato statunitense, ma nativo di Marina di Gioiosa Ionica (Reggio Calabria), fondatore del colosso delle telecomunicazioni Mediacom. Erano invece di Siano, nel salernitano, i genitori di Thomas DiBenedetto, primo presidente della cordata made in Usa che rilevò la maggioranza della Roma nell’aprile 2011 da Unicredit. Testimone poi passato nell’agosto 2012 a James Pallotta (papà abruzzese e mamma pugliese), agli occhi di molti tifosi giallorossi responsabile per i divorzi con Daniele De Rossi e Francesco Totti. Altro oriundo è il proprietario del Bologna, il canadese Joey Saputo, il cui padre era emigrato nel Québec da Montelepre, nel palermitano. Dal 2015 è da solo a capo del club felsineo, dopo un anno a braccetto con l’avvocato italo-americano Joe Tacopina, già vicepresidente della Roma a stelle e strisce ed attuale numero uno del Venezia retrocesso in serie C. L’Inter inaugurò invece la via dell’Oriente nel 2013, quando l’indonesiano Erick Thohir rilevò la maggioranza del club da Massimo Moratti, salvo poi passare la mano nel 2016 a Suning, gigante cinese del commercio al dettaglio di elettrodomestici e prodotti elettronici, fondato da Zhang Jindong, padre del presidente nerazzurro Steven Zhang.
Dopo gli abboccamenti con il broker thailandese Bee Taechaubol, il venerdì di Pasqua del 2017 ecco invece la cessione del Milan dalla Fininvest della famiglia Berlusconi a Yonghong Li, closing reso possibile anche grazie a un finanziamento di 303 milioni di euro concesso da Elliott all’imprenditore cinese. Uscito di scena poco più di un anno dopo: ora è il Fondo statunitense creato da Paul Singer l’azionista di riferimento del club rossonero.
Le proprietà straniere in Italia sono però ancora una minoranza. Si pensi invece che, dei 20 club della Premier League 2019-20, ben 12 hanno maggioranze non britanniche, tra cui il Watford con gli italianissimi Pozzo, da noi a capo dell’Udinese. In più lo Sheffield United è al 50% tra l’uomo d’affari inglese KevinMcCabe e il principe saudita Abdallah, in disputa tra loro. Infine il Newcastle potrebbe passare allo sceicco Khaled bin Zayed Al Nehayan, cugino di Mansour Bin Zayed, il signor Manchester City. Per l’Italia, petò, visto le ultime novità c’è tempo di migliorare.