3 Giu 2019In Rassegna stampa6 Minuti

Ora la Roma programma il futuro con Fonseca

GAZZETTA DELLO SPORT – CECCHINI – Se si pensa al trivio magico fra calcio, Portogallo e Mozambico, il primo pensiero va a Eusebio, uno dei più forti attaccanti della storia. Ma l’attualità adesso racconta anche altro. Ad esempio di Paulo Fonseca, 46 anni, nato anche lui in Mozambico (ex colonia portoghese) come la Perla Nera, ed attualmente allenatore dello Shakhtar Donetsk. Ormai non è un mistero che della margherita sfogliata dalla Roma è lui – tallonato da Roberto De Zerbi – il petalo più pregiato, forte anche della stima che ne ha Franco Baldini, consigliere del presidente Pallotta.

Doppio incontro

Entrambi comunque a breve saranno ricontattati, tant’è che ieri Totti ha detto: «Il nuovo allenatore? Tra poco». Così ora si è alla stretta finale e così – come potete leggere sotto (Ismaily, Marcos Antonio, la conferma di Zaniolo) – con la società giallorossa Fonseca ha già cominciato a parlare di calciatori. Segno che la trattativa si è fatta più serrata, nonostante Fonseca – che ha un contratto in essere fino al 2020 – abbia una clausola di rescissione non banale da 5 milioni. Ma pare che un «gentleman agreement» tra lui e il presidente possa consentirgli di liberarsi senza pesare sulle casse societarie della Roma. Una cosa è certa: il presidente dello Shakhtar, Rinat Akhmetov, ha detto che è pronto a dargli il via libera. «Ci sono club interessati e fra noi c’è un accordo morale». Adesso perciò è il momento di quello materiale tra l’allenatore e la Roma, che offre un biennale con opzione da circa 3 milioni a stagione.

Il nuovo Garcia

Impressioni? Fonseca è uno che sa come si vince. In Ucraina ha messo in bacheca 3 campionati, 3 coppe nazionali e una Supercoppa, a cui occorre aggiungere anche una Coppa e una Supercoppa di Portogallo (con Braga e Porto). Insomma, nonostante la giovane età l’esperienza non gli manca, così come l’ironia. Indimenticabile, infatti, la sua performance del dicembre 2017 in cui, per onorare una promessa di caso di vittoria col Manchester City e relativa qualificazione agli ottavi di Champions (ai danni del Napoli), si presentò vestito da Zorro in conferenza. Il suo Shakhtar ha mostrato sempre un buon calcio, improntato su un 4-2-3-1 che ha soprattutto nella fase offensiva il suo fiore all’occhiello. La Roma, comunque, in lui vede soprattutto una cosa: un allenatore straniero lontano dalla bufera scatenatasi nelle ultime settimane e proprio per questo senza scorie da dover metabolizzare per portare avanti il proprio lavoro. Se vogliamo, una scommessa simile a quella fatta con Rudi Garcia, arrivato nel 2013 – dopo la sconfitta nella finale di Coppa Italia contro la Lazio – e capacissimo di ricostruire il gruppo sia psicologicamente che tecnicamente.

Piano B

Viste le recenti esperienze naufragate per motivi diversi (Conte, Gasperini, Mihajlovic), la società giallorossa si riserva un Piano B. Così, se le congiunture astrali si disponessero nel verso giusto, per De Zerbi il prossimo potrebbe essere uno dei compleanni più belli della sua vita. Il tecnico, che il 6 giugno compirà 40 anni, è il prediletto dal d.s. «in pectore» Petrachi, ma al momento è dietro nelle preferenze, anche se l’allenatore del Sassuolo sembra avere davvero le stimmate del predestinato. Finora ha guidato Darfo Boario, Foggia, Palermo, Benevento e Sassuolo, vincendo una Coppa Italia di Serie C proprio alla guida della squadra pugliese. Una cosa però è certa: in tutte le piazze in cui ha lavorato ha portato un’idea di calcio offensivo, spettacolare, assumendosi anche tutti i rischi del caso. Certo, De Zerbi sa bene che l’ambiente romanista – in fibrillazione dopo gli ultimi casi che hanno ulteriormente stressato i tifosi – non lo accoglierebbero come un salvatore della patria, ma con parecchio scetticismo, però le scommesse hanno un lato affascinante a cui la Roma, nella sua storia recente, non ha mai voluto sottrarsi. Intendiamoci, le qualità ci sono tutte, ma l’esperienza di Fonseca appare superiore. Occhio però ai colpi di scena. Se la situazione s’ingarbugliasse, ci sarebbe anche l’ipotesi di un (difficile) ritorno di Di Francesco, nonostante le offerte non gli manchino. Ma la Roma, si sa, è anche una questione di cuore.