20 Apr 2019In Rassegna stampa5 Minuti

Panchina, mercato e ricavi: l’Inter gioca anche per il futuro

GAZZETTA DELLO SPORT – STOPPINI – Vinci e poi decidi. Scegli. Pianifichi, chiarisci. In una parola: progetti. Ecco perché questo Inter-Roma è un acceleratore di gravità, una porta sul futuro. Match point, perché una vittoria vorrebbe dire gioco partita e incontro per il club nerazzurro, certezza (anche se non ancora matematica) della qualificazione alla prossima Champions. Con tre conseguenze più o meno immediate. La prima è la schiarita sul fronte allenatore, ruolo sul quale sono in corso ragionamenti societari nonostante un contratto leghi Spalletti al club ancora per altre due stagioni. La seconda è sul mercato, perché la vittoria oggi garantirebbe all’Inter un anticipo di programmazione rispetto alle avversarie. Logica conseguenza del terzo punto, che poi è quel che più interessa a Suning, ovvero la conferma del trend di crescita nel fatturato garantito anche per il bilancio 2020 (quello 2019 beneficerà degli introiti della Champions già giocata), alla ricerca dell’obiettivo dei 400 milioni entro il 2021: questo prevede il piano Zhang. Lo prevede dopo aver superato lo scoglio del fair play finanziario, che ieri Spalletti in conferenza ha definito «il nostro socio di maggioranza», come a ricordare i paletti dell’Inter che è stata e dell’Inter che verrà, per la quota plusvalenza di circa 40 milioni comunque da coprire entro il 30 giugno.

Panchina Il discorso allenatore è quello centrale. E l’incertezza non può durare all’infinito. L’Inter ha deciso che mollerà Spalletti solo per due potenziali profili: il primo è quello di Antonio Conte, il secondo porta il nome di Massimiliano Allegri, pista evidentemente percorribile solo in caso di rottura con la Juventus. Spalletti ha però diverse carte da giocarsi. E Zhang Jindong non sarebbe così convinto della svolta tecnica, anche per ragioni economiche. Ragioni in fondo non così distanti da quelle che hanno spinto ieri Spalletti a difendere il lavoro del d.s. Piero Ausilio della scorsa estate: «Lo scambio Zaniolo-Nainggolan? Abbiamo dovuto prendere delle decisioni per salire un gradino in maniera veloce, Zaniolo era un sacrificio necessario per avere una differenza immediata di risultato». Differenza cha lo stesso Spalletti ha tenuto a sottolineare, per rimarcare il suo lavoro: «Se siamo qui a sei giornate dalla fine, vuol dire aver ridotto il gap con squadre che sono state stabilmente sul podio negli ultimi anni, ovvero Roma e Napoli. Le nostre avversarie europee in semifinale? L’eliminazione con l’Eintracht non mi crea nessun imbarazzo, eravamo in difficoltà di formazione come lo è stato il Napoli con l’Arsenal o la Juve con l’Ajax. Piuttosto, siamo stati bravi a rialzarci». E ancora, un altro paio di passaggi significativi dopo il dribbling su Totti («Lui dirigente? Preferisco non dire nulla, comunque vada la Roma sarà forte»). Il primo è una frecciata a Ranieri, che ha più volte detto di non apprezzare il gioco costruito con il portiere: «Nei migliori club europei se il portiere non sa giocare con i piedi non viene nemmeno guardato in faccia, e noi continuiamo a dire che la costruzione bassa è un danno». Il secondo è sulla partita: «La nostra corda è tirata al punto giunto, l’obiettivo è la vittoria».

Zhang a San Siro Vittoria che vorrebbe gustarsi anche il presedente Zhang, tornato a Milano e oggi presente in tribuna a San Siro. Naturale che la prossima settimana potrebbe essere quella buona per affrontare anche discorsi di mercato. Che Dzeko sia l’obiettivo numero uno in attacco e che Icardi sia in uscita non ci piove. Che la Champions possa dare lo slancio per altri colpi alla Godin, pure. L’Inter insegue un grande colpo a centrocampo, quel che la scorsa estate non è stato Modric: Rakitic, Barella e Pellegrini sono nella lista della spesa. Per provare a salire altri gradini: in cima alla montagna, in fondo, ci si arriva un po’ alla volta.