IL TEMPO – AUSTINI – Conte no, Petrachi sì. Alla fine la Roma prenderà solo uno dei due uomini di calcio leccesi che ha messo nel mirino. Quello che, senza nulla togliere alla sua carriera da direttore sportivo, accende decisamente meno le fantasie dei tifosi.
Ha vinto la linea imposta da Pallotta su suggerimento di Baldini, il timone dell’area tecnica – a detta del presidente – va cambiato dopo il fallimento dell’esperienza con Monchi. E se da Trigoria sono riusciti a «stoppare» l’ipotesi Campos, che avrebbe lavorato a distanza da Montecarlo rallentando ancor di più i processi decisionali della società, non sono riusciti a convincere Pallotta che l’attuale diesse Massara meriterebbe una chance da «primo violino». Lo pensano tutti i dirigenti italiani della Roma, ma Massara sarà costretto a farsi da parte dopo aver gestito l’ordinaria amministrazione e le cessioni di giugno: poi le dimissioni appaiono scontate.
Sarà quindi Petrachi a guidare l’ennesima rivoluzione giallorossa, formalmente dal 1° luglio, ma in realtà ha già iniziato a lavorarci prendendo contatti con i vari operatori di mercato. È di vera rivoluzione si tratterà fra esigenze di bilancio da onorare al 30 giugno e un budget ormai quasi certamente ristretto per la prossima stagione a causa della probabile esclusione dalla Champions: in uscita ci sono Dzeko, Manolas, Under, si proverà a piazzare altrove i vari Perotti, Pastore, Fazio e Olsen, a resistere a tutte le offerte in arrivo per Zaniolo rinnovando il suo contratto come quello di El Shaarawy, mentre i nuovi innesti saranno calciatori in media più giovani e di prospettiva.
E se Petrachi è prossimo dal dimettersi dal Torino, ma dovrà poi trovare un accordo con Cairo per liberarsi dall’ultimo anno di contratto – la Roma non vuole intromettersi e per questo non gli ha ancora fatto firmare nulla – la questione allenatore, dopo il no di Conte, è tornata in stand by. Gli unici nomi che mettono d’accordo (quasi) tutti sono Sarri e Gasperini, ma al momento èimpensabile avvicinare entrambi. Le altre opzioni disponibili adesso non entusiasmano, per questo Ranieri mantiene chance di conferma. L’intenzione è quella di cambiarlo solo se ne varrà la pena.