IL TEMPO – LO RUSSO – Stupore, incredulità, rammarico, ma anche estrema lucidità sono i sentimenti che uniscono e dividono un’intera piazza, una città come Roma, dove Francesco Totti, volenti o nolenti, resterà per sempre una bandiera.
Le reazioni ad una conferenza stampa dove è emersa tutta la verità targata Totti, sono state tante. «Totti, le bandiere restano sempre. I tifosi sanno riconoscere le persone vere. Tu lo sei. Daje France» è il commento a caldo della sindaca Virginia Raggi. Non poteva non dire la sua in un momento storico la vecchia proprietà.
Rosella Sensi ha letto tanta malinconia nelle parole del pupillo di papà Franco: «Francesco non può stare della Roma lontano dalla Roma- ha commentato la ex presidente non ha deciso a cuor leggero, lo conosco troppo bene. Con lui si è tirata la corda. Si è perso qualcosa di unico». Poi l’affondo diretto a Baldini: «Quando si soffre una personalità come Totti si manca di personalità».
I messaggi di stima nei confronti dell’ex capitano cominciano a piovere nell’arco di pochi minuti dopo la conferenza. Resta neutro Silvio Berlusconi: «Non posso entrare in casa d’altri, non conosco la situazione Totti-Roma e Roma-Totti per poter dare giudizi». Su Instagram Vincenzo Montella scrive: «Caro France’’…capire le ragioni, il perché, dare un senso a questa scelta forse è impossibile (o forse no). Soprattutto per chi sa cosa rappresenta la Roma per te. Non ci hai mai spiegato a parole cosa fossero Roma e la Roma. Non era necessario. Lo facevi con i gesti e con l’emozione, coni gol e le imprese. Sei la bandiera della Roma. Sei e resterai per sempre, l’VIII Re di Roma». C’è anche chi prende in prestito la letteratura per dare un giudizio su quanto deciso dall’ex capitano della Roma, come Arrigo Sacchi: «Shakespeare diceva: chi perde la dignità è un miserabile tutta la vita. Totti è stato un grande giocatore, ha dato tanto alla Roma, è stato in compenso idolatrato dai tifosi, amato come nessun altro, e la società lo ha tenuto sempre pagandolo anche copiosamente. Dispiace».
Tra gli allenatori che non hanno avuto la fortuna di averlo c’è Roberto Mancini che al momento non sa rispondere su un eventuale futuro di Totti nelle file azzurre. Più lucida invece l’analisi di Fabio Capello, lui che per diversi anni lo ha visto compiere imprese: «L’addio di Totti mi sorprende un po’, ha capito che fare il dirigente è una cosa diversa che giocare. La squadra ha sempre voluto bene a Totti per ciò che ha fatto e dato, ma quando ti viene proposta la giacca e cravatta e la scrivania, è un lavoro completamente nuovo».