LA GAZZETTA DELLO SPORT – ARCHETTI – Dopo il sacco di Roma, quando passò per 2-0 all’Olimpico, la Spal aveva vinto soltanto una sola altra volta in questo campionato. Aspettava di nuovo i giallorossi e un girone dopo non ha cambiato la sentenza. In casa poi erano sei mesi che non vedevano un successo: dal 17 settembre contro l’Atalanta; a Ferrara adesso suonano campane a festa. Quasi non ci credono e nei sei minuti (allungati) di recupero, temono la crudeltà del recente passato. Un errore improvviso, una chiamata Var non capita. Non succede, le urla non diventano delusione. La Roma è una fonte benefica, per Semplici; la Spal è uno spettro che intimorisce i giallorossi. In pochi giorni non si trasforma una squadra; la mente pesa più del contenuto. Claudio Ranieri è onesto: la sua non è stata squadra, gli avversari sì. Il linguaggio del calcio sa essere sintetico, spietato.
I MOTIVI Ranieri ha preso in consegna un gruppo pieno di paure dopo aver perso derby e Champions. Se contro l’Empoli, causa il breve tempo di lavoro insieme, non era stata ben definita una nuova struttura, qui il concetto base dell’allenatore viene mostrato: 4-4-2, già intravisto nella ripresa lunedì. Ma affonda. In queste situazioni, quando sei vicino a buttare una stagione, quando troppe turbolenze hanno disturbato il percorso, la semplicità è il rifugio migliore. Sapersi proteggere, non commettere errori, cercare di colpire in avanti, anche con i lanci, ma dopo essersi guardato dietro. Eppure la Roma è sempre vulnerabile: ha incassato 58 reti in 38 partite, ha perso sei volte in trasferta e i sette k.o. complessivi sono già uguali al bilancio dell’intero scorso torneo. L’allenatore cerca di coprirsi le spalle nel senso che vuole evitare le giocate dietro la schiena dei difensori. Quindi tutte le linee restano più basse, ma tra di loro lasciano troppa aria. E la Spal sugli esterni sguazza. Fares è il migliore, non solo per il gol dell’1-0; Petagna in mezzo lotta e segna, come sempre. Lazzari rientra e fa rivivere i suoi slalom, specialità della casa.
LE MOSSE SPAL Quindi la Spal riesce a trovare scoperti gli avversari, perché i due terzini vengono lasciati da El Shaarawy e Kluivert, attaccanti svogliati, e affrontano in velocità, con tempi giusti, i difensori. Juan Jesus cerca di non venire travolto dalla furia di Lazzari ma gli lascia spesso il cross; quando poi stringe al centro, causa il rigore del 2-1, non troppo chiaro. Karsdorp non riesce a intercettare il volo di Fares nel colpo di testa dell’1-0. Eppure non è un’azione rapida, anzi una palla indietro che arriva a Cionek, un difensore puro: il traversone sarebbe leggibile, ma Fazio annaspa all’indietro e l’olandese spera che la prenda il compagno. La scena del vantaggio è l’immagine del primo tempo, in cui gli errori a centrocampo della Spal non vengono sfruttati dalla Roma mentre gli sprint sui lati dei padroni di casa sorprendono i Ranieri Boys. Così il tecnico, senza sette possibili titolari, cambia totalmente la fasce nella ripresa: dentro Perotti e Zaniolo per El Shaarawy e Kluivert.
ROMA SPAESATA E’ vero che i due nuovi entrati costruiscono il pari dell’argentino su penalty, scena sulla quale ci sarebbe un rosso a Cionek ma pure un fallo su di lui in partenza. Ma raggiunto l’1-1 e con la Spal più dietro, la Roma non sa colpire come dovrebbe chi punta alla Champions. Solo Zaniolo scompagina le protezioni, Cristante e Nzonzi vanno con la solita lentezza; Schick si sgonfia e non dà sponde a Dzeko, suo compagno nel 4-4-2. Così la Spal ripassa avanti e potrebbe chiudere senza ansie (traversa di Cionek). Nel ritorno Semplici aveva aggiunto soltanto sei punti alla sua classifica. Poi ha rivisto la Roma e ha sentito un boato che mancava da troppo tempo.