INSIDEROMA.COM – MATTEO LUCIANI – Aleandro Rosi, nato a Roma il 17 maggio del 1987, a nemmeno vent’anni ebbe il merito di far innamorare delle proprie qualità un signor allenatore come Luciano Spalletti. Il tecnico toscano, infatti, credeva enormemente di poter far diventare un vero campione il giovane ragazzo del quartiere Garbatella, dall’aspetto da fotomodello più che da calciatore.
“E’ for-tis-si-mo. Vedrete quanto sarà forte negli anni a venire!”: queste le parole cariche di entusiasmo di Spalletti poco prima dell’avvio della stagione 2005/2006, la prima del mister di Certaldo sulla panchina giallorossa. Purtroppo, per tutti i tifosi della Magica e per Rosi stesso, la storia sarebbe andata assai diversamente.
Nel 1999, il ragazzo si trovò anche al centro di un piccolo ‘caso’ tra Roma e Lazio, dal momento che l’allora responsabile del settore giovanile giallorosso Bruno Conti scippò letteralmente alle giovanili biancocelesti Aleandro Rosi.
Il futuro terzino effettua così tutta la trafila nel settore giovanile di Trigoria e debutta tra i grandi in giallorosso il 28 maggio del 2005, in un Roma-Chievo 0-0 che rappresenta l’epilogo di una stagione assai travagliata per i capitolini; un’annata iniziata con Prandelli in panchina, per poi passare al ‘tedesco volante’Voeller, l’ex Chievo Delneri ed, infine, proprio il Campione del Mondo nel 1982 Conti per salvarsi dallo spettro di una tragica retrocessione.
L’anno seguente viene immediatamente scartata l’ipotesi del prestito per far crescere il ragazzo poiché, come accennato, Spalletti stravede per Rosi.
In effetti, il giovane ottiene sempre più minutaggio, fino a toccare quota 26 presenze al termine della prima, vera, stagione con la prima squadra giallorossa.
L’esterno romano resta nella Capitale anche l’anno seguente, quando Spalletti lo schiera talvolta da terzino destro ed altre da esterno offensivo tra i tre che supportano la punta centrale nell’ormai 4-2-3-1 romanista: è proprio questa duttilità tattica a rendere Aleandro Rosi un calciatore sopra la media per l’allenatore toscano.
Grazie all’esperimento dello spostamento in avanti nell’undici in campo, arrivano pure i primi due gol in carriera con la maglia della Roma per il giocatore: il primo è contro il Parma nella partita al Tardini del 24 settembre del 2006; il secondo, invece, sotto la Sud, Rosi lo rifila al Messina, in un pirotecnico 4-3 del 27 maggio del 2007 che consegna virtualmente la Scarpa d’Oro a Francesco Totti.
Nell’estate del 2007, con l’arrivo di Cicinho sul versante difensivo e di Giuly su quello offensivo, per il giovane gli spazi si ridurrebbero drasticamente; la società e Spalletti scelgono, dunque, la via del prestito.
Per Rosi, iniziano tre stagioni in prestito (Chievo, Livorno e Siena) prima di tornare alla base.
La Roma di Ranieri, dopo aver sfiorato un miracoloso scudetto (con Rosi, nell’ultima giornata del campionato precedente, Siena-Inter 0-1, incredibilmente vicino a un gol che lo avrebbe reso l’eroe della città capitolina fino alla fine dei giorni di questo universo), lo ripresenta in rosa per utilizzarlo principalmente come vice del titolare Marco Cassetti.
La stagione giallorossa è avara di soddisfazioni e Rosi partecipa senza colpe al naufragio generale. Segna pure un gol, a Bari, nel 2-3 finale del primo maggio del 2011.
L’anno seguente, il primo della gestione made in USA, il laterale viene sorprendentemente confermato e spesso fa parte dei titolari nella versione 1.0 delle ‘difese americane’: Rosi, Kjaer, Heinze, José Angel. Non proprio il massimo, onestamente.
Le prestazioni non sono ottimali e Rosi a fine stagione abbandona definitivamente la Capitale.
Inizia un lungo girovagare per l’Italia per lui, praticamente con un cambio di maglia ogni stagione: Parma, Sassuolo, Genoa, Fiorentina, Frosinone, Crotone (probabilmente a livello di rendimento e continuità la sua miglior annata) e di nuovo ‘Grifone’.
Nessuno potrà mai dimenticare mai il suo soprannome, affibbiato a Rosi, con la consueta sobrietà, dalla splendida tifoseria giallorossa dopo soltanto poche partite disputate: il ‘Cristiano Ronaldo della Garbatella’.