IL MESSAGGERO – TRANI – In piena volata, e a meno di una settimana dal possibile annuncio, c’è Gasperini davanti a qualsiasi altro candidato per la panchina giallorossa. E, con la Roma di mezzo, a comandare è sempre e comunque Testa Grigia, riconoscendo il copyright a Ranieri che, con l’appellativo cromatico, ha appena battezzato Baldini davanti ai tifosi in rivolta. In questo caso, però, è l’allenatore dell’Atalanta che, guardando al vantaggio accumulato negli ultimi 15 giorni, oscura chi lo insegue proprio come fa ombra il suggeritore di Pallotta su chi opera a Trigoria. Così, anche se manca la fumata bianca (e quindi, niente è ancora scontato), Gian Piero da Grugliasco, 61 anni, si prepara a diventare l’8°allenatore dell’éra a stelle&strisce.
AVANTI TUTTALa svolta ai primi di maggio, subito dopo la telefonata di Conte a Fienga in cui l’ex tecnico del Chelsea ha detto no alla proposta della proprietà Usa. In quel momento, non avendo Baldini ricevuto alcuna garanzia da Sarri, il management italiano ha deciso di concentrare ogni sforzo su Gasperini che, sotto contratto a Bergamo con la famiglia Percassi fino al 30 giugno 2021, è stato scelto in quanto sosia, nel metodo e nel carattere, dell’ex ct azzurro. Non potendo permettersi l’originale di lusso, ecco dunque l’imitazione quasi perfetta. «Replay» la sintesi offerta a Pallotta per ottenere il via libera sull’allenatore dell’Atalanta, vicino alla storica qualificazione in Champions e tentato al tempo stesso dalla chiamata di un grande club. Gian Piero, nell’approccio di partenza, ha mostrato la sua personalità, pretendendo di essere il candidato unico. Pronto, insomma, a chiamarsi fuori a priori davanti a qualsiasi ballottaggio. La Roma ha dovuto accettare l’aut aut pur non avendo alcuna certezza di andare a dama nella negoziazione. Che, con l’intervento di Petrachi, ha però preso subito la piega giusta.
NUOVO CORSODecisivo è stato pure Fienga, consapevole di non poter aspettare Sarri, in quel momento ancora convinto di restare al Chelsea. Oggi non è più così: Abramovic, a prescindere dal risultato nella finale di Europa League (29 maggio), gli ha fatto capire che lo saluterà a fine stagione. Sarà, dunque, libero. Ma la situazione, anche se la Roma avesse deciso di attenderlo, non sarebbe comunque cambiata. Perché, nonostante il pressing di Baldini, la società giallorossa è dietro alla Juve e al Milan. Giusto, dunque, puntare forte sul tecnico dell’Atalanta, inizialmente sul 3° gradino del podio. Petrachi non ha mai avuto dubbi, scartando Giampaolo, sponsorizzato dal principale interlocutore di Pallotta. E trovando l’accordo con Gasperini (triennale da 2,5 milioni più bonus): nessuno, nella Capitale, teme il ripensamento. Il tecnico ha già avvisato Percassi che, per la verità, ancora spera nel ribaltone. La Roma, anche per rispetto verso l’Atalanta, ha spinto Gian Piero ad essere chiaro con la dirigenza del club bergamasco. Sono pronti a seguirlo alcuni collaboratori. Lui vorrebbe pure qualche titolare nerazzurro: il centrale difensivo Palomino (più di Mancini, bloccato da Monchi), il terzino destro Castagne, il fluidificante mancino Gosens, il mediano de Roon e il jolly offenisvo Ilicic (vicino, però, al Napoli). Da scegliere il portiere, con Cragno ancora preferito a Gollini, e il sostituto di Dzeko, con Petrachi già al lavoro su Belotti. Dalla Germania: interessamento per Kruse, centravanti del Werder Brema. Dall’Inghilterra: proposto Llorente del Tottenham (parametro zero). Dall’Olanda: contatto con il terzino sinistro Willems dell’Eintracht. Ma prima viene il brindisi con l’allenatore.